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CRONACHE DI IERI
scioglimento del Consiglio comunale! Ma allora la deficienza non sarebbe più prefettizia, sarebbe ministeriale, il che nei
nostri riguardi appare ancor più grave (…) si lascia indisturbato un Consiglio comunale sul quale (…) un commissario
prefettizio, ha fatto rilievi del genere (…) così gravi! Non solo, ma questa gente è rimasta un anno, anche dopo questo
po’ po’ d’inchiesta, al suo posto! E’ rimasta a sperperare quello che ancora c’era, se ve ne era, nelle casse del comune. E’
rimasta con l’elezione parziale del sindaco avvenuta sei mesi dopo l’inchiesta. (…). Un solo provvedimento ha ordinato
la prefettura, quello della esazione, come l’onorevole sottosegretario di Stato ha detto del focatico; e l’ha ordinata a
dicembre per tutte le rate dell’anno in corso e dell’anno precedente. Quando un povero comune, miserabile come questo,
deve pagare in un mese solo ventiquattro rate d’imposta, si comprende come la ribellione sia stata veramente provocata.
Invece (altra incapacità, altra deficienza amministrativa) mandarono sul luogo quello stesso commissario Vendittelli
che era già screditato verso il paese. Era infatti naturale che gli si dicesse: Ma come? Se non vi hanno creduto quando
avete detto che gli amministratori erano dei cattivi amministratori, degli imbroglioni, proprio voi venite ad imporci
oggi l’esazione del focatico? Fu una vera mancanza di tatto anche in questo come in tutto l’affare! Donde poi i tumulti,
gli eccidi, gli imprigionamenti e i processi!».
Ma con Giovanni Tordone, ampiamente e più volte citato con il suo libro, si comprenderà che «A proposito o a
sproposito taluni, secondo i rispettivi punti di vista, vorrebbero attribuirne la colpa a coloro che appaiono i maggiori
indiziati e cioè a Vincenzo Ruggieri e a Raffaele De Medici, ma, riflettendo attentamente sulla documentazione in
precedenza riportata – si riferisce alla relazione del funzionario di prefettura Arturo Vendittelli, ndr. – vien fuori
che il vero colpevole della “rivoluzione” fu un organismo prefettizio (Giunta Provinciale Amministrativa) molto
lontano dalle esigenze e dalle necessità quotidiane della povera gente, il quale giudicava e sentenziava ciecamente con
rigida osservanza delle disposizioni legislative vigenti».
Atti Parlamentari Camera dei Deputati – XXIII Legislatura – 1ª sessione – discussioni – tornata dell’8 giugno 1911 (p.15385 e ss.)
G. Tordone, Balsorano e la “rivoluzione” del 1910, Arti Grafche Pasquarelli, Isola del Liri 2009
COS’ERA IL FUOCATICO (O FOCATICO)
Introdotta in Europa nel periodo medioevale questa tassa era un’imposta dovuta da ogni famiglia dimorante
in un’abitazione. Etimologicamente deriva, quindi, da focolare inteso come luogo abitativo di un nucleo
familiare. Nell’era moderna i criteri per l’applicazione delle aliquote d’imposta furono disciplinati in base al
numero dei componenti del nucleo familiare e alla grandezza dell’immobile occupato (1ª categoria), ai terreni
coltivati o coltivabili posseduti (2ª categoria) e in base al reddito (3ª categoria). Per la sua natura il Fuocatico
potrebbe essere oggi paragonato all’Irpef, all’Imu (ex Ici) e alla tassa per i rifuti solidi urbani fuse insieme e
traendo il valore dell’aliquota d’imposta anche dall’annuale dichiarazione dei redditi. In Italia questa tassa
ebbe vigore sino a quando con il regio decreto-legge del 30 dicembre 1923, venne abolita. Ma su questa scelta,
che provocò seri problemi agli enti locali per il reperimento delle risorse fnanziarie, il 24 maggio dell’anno
seguente il governo fu costretto a “tornare sui propri passi” reintroducendola con la nuova denominazione di
Imposta di famiglia. Nel settembre 1931 però si decise che fosse applicata soltanto dai comuni con una
popolazione inferiore ai 30.000 abitanti. Rimase in vigore sino al 1974, anno in cui fu riveduto l’intero corpus
normativo delle tassazioni (c.d. Riforma Tributaria).
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III 63