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PAGINE DI STORIA





                                                                               I motociclisti



                                                                        facevano da porta

            pistola in via Francesco Girardi. Anche il successivo 30
            settembre i militari del reparto parteciparono ai com-      ordini percorrendo
            battimenti infliggendo gravi perdite al nemico. In uno
            stabile di largo Marinelli venne catturato uno squadrista
            che,  dall’interno  della  sua  abitazione,  con  lancio  di  zone battute dal
            bombe a mano, aveva ucciso parecchi civili.
            Nei dintorni di Napoli la tracotanza germanica si ma-       fuoco dei tedeschi
            nifestò  prevalentemente  con  razzie  nelle  campagne,
            ove numerosi capi di bestiame vennero sottratti ai con-            e dei patrioti
            tadini o uccisi sul posto. Nella vicina Pianura, il 28 set-
            tembre, alcuni giovani, appoggiati dal comandante della
            Stazione,  il  Maresciallo  Maggiore  Concetto  Zanchì,           per sopperire
            costituirono un gruppo di franchi tiratori per partecipare
            preferirono non agire sul posto e si avviarono verso il all’interruzione delle
            al moto insurrezionale. Per evitare rappresaglie i giovani

            capoluogo per unirsi ai gruppi lì operanti già da due
            giorni. I tedeschi, accortisi dell’inganno, il 29 settembre   linee telefoniche
            irruppero  nella  zona  di  Pianura,  uccidendo  cinque
            persone che si erano rifugiate sotto il ponte, appiccando     tra i vari comandi
            il fuoco ad alcune case coloniche e massacrando a colpi
            di mitragliatrici due poveri vecchi che avevano cercato
            di nascondere un maiale.                                              dell’Arma
            Il Maresciallo Maggiore Nicola La Manna, comandante
            della Stazione di Pozzuoli, si adoperò in ogni modo     Il Maresciallo Maggiore Giuseppe Armento, comandante
            per attenuare la ferocia teutonica, esponendosi così a  della  Stazione  di  Soccavo  riuscì  in  molti  casi  a  far
            probabili rappresaglie. Evitò la cattura di molti militari  desistere i tedeschi dalle continue requisizioni. Tentò,
            di disciolti reparti dell’esercito che si erano rifugiati nei  purtroppo senza riuscirvi, di trarre in salvo un gruppo
            pressi di Pozzuoli. Più tardi, quando a Napoli esplose  di prigionieri indiani evasi che aveva trovato riparo in
            la  sommossa  popolare,  il  maresciallo  li  persuase  e  li  un  fabbricato.  Inoltre  inviò  molti  ragazzi  ricercati  in
            invitò a raggiungere la città per unirsi ai combattenti. I  località  sicure  e  mandò,  dietro  richiesta  tedesca  di
            comandanti delle Stazioni di Fuorigrotta e di Bacoli,   numerosi quadrupedi e carri da traino, gli animali e i
            Maresciallo  Maggiore  Alfonso  Grella  e  Maresciallo  veicoli meno idonei, nascondendo i migliori. Successi-
            d’Alloggio Donato Cefalo, si adoperarono per la difesa  vamente indirizzò a Napoli diversi giovani desiderosi di
            dei  numerosi  magazzini  e  depositi  esistenti  nelle  partecipare alla lotta.
            rispettive  giurisdizioni,  evitandone  in  buona  parte  il  Per tutto il periodo dell’occupazione nazista si distinse
            saccheggio. Il giorno 28, quando i tedeschi si presentarono  particolarmente il Sottotenente Pasquale Mastrogiovanni,
            per  razziare  i  giovani,  i  due  sottufficiali  sviarono  le  comandante  della  Tenenza  di  Pozzuoli,  il  quale  non
            ricerche e avvertirono i destinatari del provvediemento,  solo evitò, accettando il rischio di feroci rappresaglie, la
            diversi dei quali furono segretamente inviati a Napoli  consegna delle armi e depistò le indagini impedendo
            per aiutare l’azione dei patrioti.                      l’arresto degli autori di un sabotaggio, ma aiutò anche a



            36 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO III
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