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PAGINE DI STORIA
QUARTIERE AVVOCATA formazioni utili per l’identificazione e il rintraccio degli
Il pomeriggio del 28 settembre, due automezzi tedeschi, elementi sospetti. Procedette, da solo, al sequestro di
con a bordo alcuni soldati, dopo aver asportato tutto il una radio ricetrasmittente e di vari documenti nell’abi-
materiale esistente nel calzaturificio militare di vico tazione di un esponente fascista napoletano. La caserma
Trone alla Salute nr. 6, si allontanavano. Giunti a largo Avvocata, sul cui punto più alto, sventolava, sin dai
Corigliano furono affrontati dal Maresciallo Maggiore primi giorni dei combattimenti, il Tricolore, per iniziativa
Eugenio Frezzotti, comandante della Stazione Napoli del suo comandante fu adibita a infermeria. Qui i feriti
Avvocata, il quale, alla testa dei suoi dipendenti e di ricevettero le prime cure dal Sottotenente medico Vin-
numerosi patrioti da lui in precedenza provvisti di armi cenzo Forzano. Al valoroso sottufficiale venne concessa
e munizioni, li accolse con un nutrito fuoco di moschetti poi la medaglia di bronzo al valor militare.
e bombe a mano. I tedeschi reagirono e ne nacque una
violenta lotta. Il Maresciallo coordinò l’azione dei QUARTIERE ARENELLA
patrioti, correndo da un gruppo all’altro, attraversando Nelle prime ore del 29 settembre, mentre in altre zone
zone pericolosamente battute dal fuoco, per recarsi in della città accanita ferveva la lotta, il Maresciallo
caserma a prelevare le munizioni che gli insorti man Francesco Di Mastrorocco, comandante la Stazione di
mano esaurivano. Invitato a non esporsi, rispose: “O si Napoli Arenella, consegnò ai numerosi patrioti accorsi
vince o si muore”. Il Vice Brigadiere Domenico Caputo, in caserma, tutte le armi da lui in precedenza accurata-
che seguì costantemente il Frezzotti, aiutato dai Cara- mente nascoste. Venuto a conoscenza di quanto accaduto
binieri Francesco Pascale, Rosario Cannizzo e Lorenzo alla Stazione di Napoli Porto, predispose la difesa a ol-
Principato, allo scopo di snidare i tedeschi che avevano tranza della caserma e quando, nel pomeriggio, i tedeschi
trovato riparo dietro agli automezzi, si portò a distanza accampati nel villaggio “Arenella”, fatti segno a colpi di
ravvicinata e, con lancio di bombe a mano e ben arma da fuoco da parte di patrioti, attaccarono per rap-
aggiustato tiro di fucile mitragliatore in precedenza presaglia l’edificio, ritenendo che da lì provenisse l’offesa,
sottratti al nemico, riuscì a mettere in fuga i germanici i militari li accolsero con il fuoco dei loro moschetti. La
i quali si asserragliarono in una vecchia casa all’angolo reazione, tanto violenta, sconcertò il nemico, costretto
dell’isolato “A” di via Duca Ferrante della Marra. Nello a battere in ritirata dopo aver raccolto e caricato su un
stesso istante, i tre carabinieri, saliti sul terrazzo dello mezzo un morto e diversi feriti. Il giorno successivo lo
stabile, con il lancio di bombe a mano, costrinsero nuo- stesso maresciallo riuscì a convincere sette militari
vamente i nemici a uscire allo scoperto e a fuggire, im- tedeschi che presidiavano la centrale elettrica di via
pedendo loro di unirsi ai commilitoni che, nel frattempo, Montedonezelli, già minata, a disertare e a collaborare
si erano rinchiusi nei magazzini del calzaturificio con il con i patrioti. A sorvegliare la centrale restarono il Vice
proposito di farlo saltare in aria. Al termine di un’aspra Brigadiere Nicolò Mancuso e i Carabinieri Francesco
lotta, i tedeschi dovettero retrocedere e lasciarono sul Puleo, Guerino D’Oria e Giuseppe Gallo Afflitto, che
terreno diversi morti e numerosi feriti. Fra i patrioti ri- si misero all’opera per rimuovere gli inneschi delle
masero colpiti a morte il Tenente dei Granatieri Carmine mine. L’arrivo di tre autoblinde tedesche, che tempe-
Muselli e il civile Gennaro Iannuzzi. Le gesta eroiche starono di colpi la costruzione, non permise ai carabinieri
dei cinque militari impedirono ai tedeschi di far saltare di portre a termine la loro impresa ma comunque la
il calzaturificio, e a salvare così la vita alle centinaia di loro azione distolse il nemico dal suo piano criminale e
abitanti vicini evitando la distruzione dei fabbricati l’importante opera rimase intatta. In seguito all’attacco
attigui. Nei giorni successivi il Maresciallo Frezzotti si tedesco, i militari dell’Arma vennero catturati e disarmati
diede al rastrellamento di tedeschi e fascisti che si na- e, successivamente, avviati all’ospedale “Cardarelli”senza
scondevano nella zona di sua competenza. Restò in co- scorta, ma sotto minaccia di morte se avessero disatteso
stante contatto con il comando della 3^ Zona Militare, all’ordine. Invece essi, preferendo la morte all’obbedienza
cooperò allo svolgimento delle operazioni e fornì in- al nemico, lungo il tragitto deviarono e tornarono tra le
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO III 33