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PAGINE DI STORIA










                                                      di SIMONA GIARRUSSO





                            carabinieri  di  Napoli  hanno  mescolato  proprio non si poté fare a meno di ottemperare all’ordine,
                           il  loro  sangue  con  quello  dei  fratelli  in  i carabinieri di scorta ai camion tedeschi trovarono il
                           armi e molti, avvinti nello stesso anelito  modo di rendere allegri con qualche bicchiere di vino i
                           di libertà e di indipendenza, sono caduti  conducenti,  convincedoli  a  gettare  in  mare  le  armi
            “I sulla stessa barricata o sull’orlo della stessa      raccolte. Così, nel tratto del lungomare, specie a Mer-
            fossa comune, fatta loro scavare dagli esecrati carnefici.”  gellina, furono scaricati in acqua, a pochi metri di pro-
            In queste parole del Generale Filippo Caruso, comandante  fondità,  moltissimi  fucili.  Nottetempo,  nonostante  il
            del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, è  coprifuoco, i carabinieri, fingendo di svolgere regolare
            racchiusa l’essenza di quello che è stato il contributo  servizio di pattuglia, recuperavano le armi e le nascon-
            dell’Arma alla lotta di Liberazione durante le “Quattro  devano ovunque. A nulla servirono il timore di essere
            Giornate” di Napoli, nome con il quale è nota l’insur-  catturati e delle rappresaglie e le minacce, estese anche
            rezione  del  popolo  partenopeo  contro  l’occupazione  ai propri cari, di essere fucilati. I carabinieri non desi-
            nazi-fascista, che valse al capoluogo campano la medaglia  stettero mai dalla loro attività clandestina.
            d’oro al valor militare. All’arrivo in città della divisione  Per tutto il periodo dell’occupazione, la popolazione fu
            corazzata “Ermann Göring” il 12 settembre 1943, tutta   vessata nelle maniere più crudeli. Rapine, furti, uccisioni,
            la Legione rimase in servizio, comandante compreso.     distruzioni  e  saccheggi  furono  all’ordine  del  giorno.
            A  Napoli  la  situazione  si  presentava  molto  diversa  Furono  assaltati  i  magazzini  della  Regia  Marina,
            rispetto ad altre città. Qui, l’arrivo delle truppe alleate  depredati  i depositi viveri del Regio Esercito, devastate
            era imminente. La popolazione era indignata e al tempo  le  caserme.  Tutta  la  zona  industriale,  ferroviaria  e
            stesso spaventata. Aveva già assistito inerme allo scio-  portuale, nonché gli impianti idrici, quelli del gas, dei
            glimento e alla dispersione di tutti i reparti dell’Esercito.  telefoni e della luce elettrica vennero minati per essere
            Se anche l’Arma si fosse allontanata, i Napoletani sa-  distrutti prima dell’arrivo degli Alleati. Questi atti di
            rebbero rimasti soli, in balia delle orde tedesche o nella  prepotenza,  che  ebbero  il  loro  culmine  nella  leva  in
            morsa della malavita locale. Appena assunto il comando  massa dei giovani ordinata dal Prefetto a seguito del-
            della  città,  il  Colonnello  Hans  Scholl  ordinò,  tra  le  l’intimazione dei tedeschi, a cui peraltro risposero solo
            altre cose, al punto 5 del suo proclama, che, nell’arco  150 degli otre 3.000 napoletani chiamati a presentarsi
            delle 24 ore, e quindi entro il giorno 13, la popolazione  ai centri di raccolta, portarono alla sollevazione popolare
            consegnasse le armi, e che le forze di polizia rimanessero  che esplose violenta nelle giornate del 27, 28, 29 e 30
            armate solo di pistole, cedendo il resto dell’armamento.  settembre e che contribuì alla ritirata dei tedeschi e al-
            Non fu così. Nelle stazioni dell’Arma i moschetti, le   l’occupazione della città da parte delle forze Alleate il
            bombe, le mitragliatrici, le cartucce e l’altro munizio-  1° ottobre successivo. In questo difficile clima, l’Arma,
            namento  vennero  interrati,  celati  in  luoghi  sicuri,  in  insieme alla Regia Questura e alla Regia Guardia di
            attesa della sommossa. Quelle armi sarebbero in seguito  Finanza, provvide al meglio al mantenimento dell’ordine
            state tratte dai ricoveri antiaerei, dai mucchi di pietre,  pubblico. Si verificarono sì alcuni sbandamenti ma, in
            dalle grotte, dai fossi dei giardini per essere distribuite  generale, in queste dure giornate, in cui la fecero da
            a carabinieri e patrioti. Ai tedeschi vennero consegnati  protagonisti il patriottismo di Napoli e il coraggio del
            solo “vecchi catenacci”: fucili ad avancarica e armi inef-  suo popolo, i carabinieri si prodigarono con ogni mezzo
            ficienti  che  servivano  solo  a  far  numero.  E  quando  per la cacciata del tedesco. Distribuirono le armi, com-



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO III  27
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