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PAGINE DI STORIA
All’alba il Tenente
Terranova, presa la
Terranova e il Prefetto Serrentino “questa precisazione Bandiera italiana di
fu ripetuta più volte al predetto comando jugoslavo il quale
ripetutamente ci assicurò (….) che le autorità civili sarebbero
rimaste ai loro posti mentre i carabinieri e gli altri militari gala di trenta metri,
italiani potevano scegliere all’atto della liberazione della
rientrare nell’Italia liberata con un mezzo che i partigiani saliva sul campanile
città: o continuare a combattere con i partigiani jugoslavi o
stessi avrebbero messo a disposizione fino a Bari”. Anche
al prof. Fienco, capo di gabinetto della Prefettura di del Duomo di
Zara, il dottor Brainovich, capo-politico partigiano, di
Calderone, “che la tutela dell’ordine pubblico sarebbe S. Anastasia e insieme
passaggio nella città, aveva assicurato, come testimonia
rimasta all’Arma dei CC.RR. e al comando del Tenente ad alcuni vigili
Terranova, che l’amministrazione civile sarebbe rimasta
agli italiani”.
La notte del 30 ottobre 1944 i tedeschi evacuarono la del fuoco la issava
città, il Prefetto Serrentino, dopo aver ricevuto una te-
lefonata dal Ministero dell’Interno della Repubblica sul balconcino
Sociale, era partito con loro. In città regnava un silenzio
sepolcrale. All’alba il Tenente Terranova, presa la
Bandiera italiana di gala di trenta metri, saliva sul cam- sotto alla cuspide
panile del Duomo di S. Anastasia e insieme ad alcuni
vigili del fuoco la issava sul balconcino sotto alla cuspide.
Un’altra bandiera veniva issata sul campanile della salute pubblica, si recarono incontro ai partigiani per
chiesa di S. Simeone. Padre Giovanni Eleuterio Lovrovich concordare con il comando jugoslavo i rispettivi ruoli
raccontò nel suo libro di essere stato svegliato da un in- nella città. I primi partigiani arrivarono nelle prime ore
solito suono di campane. Erano usciti tutti all’aperto e del mattino alla spicciolata, non tutti erano a conoscenza
dalle strade proveniva un vociare di gente, le bandiere dell’improvvisa partenza dei tedeschi. Giacomo Vuxani
tricolori sventolavano dai campanili delle due chiese. ha riferito che dopo alcune ore, verso le 9.30, ordinarono
“Questo ultimo gesto di sfida, per noi che lo abbiamo di disarmare i carabinieri per mandarli in un campo di
vissuto, assurgeva al valore di un simbolo. Era l’ultimo concentramento; a nulla valsero gli interventi suoi e del
grido di italianità lanciato in faccia allo straniero.” Era Tenente Terranova contro l’ingiusto provvedimento.
l’ultima volta che la bandiera italiana sventolava in “Il tenente fece conoscere al comandante militare jugoslavo
Dalmazia. Tra la gente, il giovane Antonio Varisco che il Comando dell’Arma a Zara, in ossequio all’ordine
aveva assistito a quel gesto eroico ed affascinato aveva diramato per radio dal Generale Badoglio ai Comandi
preso la decisione di entrare nell’Arma dei Carabinieri. delle nostre Forze Armate dislocate nei Balcani di cooperare
Le autorità cittadine costituite dal Vuxani, dal professor con le truppe partigiane di Tito, aveva fattivamente colla-
Fienco, dal Maggiore Trafficante, dal Tenente Terranova, borato con gli organi dirigenti del movimento partigiano
dall’industriale Pietro Luxardo, dal funzionario della jugoslavo nei dintorni di Zara, esibendo all’uopo un volu-
prefettura Kiswarday ed altri, riuniti in un comitato di minoso carteggio sulla corrispondenza ed intesa segreta in-
50 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO III