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in aereo a Tokyo: “Ho pensato al Suo viaggio in Giap-
pone…” In quel periodo, infatti, terminato il conflitto,
il Comandante meditava nuove imprese: un raid
Roma-Tokyo. Cabruna confessa che alla poca simpatia
che aveva per D’Annunzio “era subentrata la dovuta
ammirazione per quanto di grande seppe fare come soldato”.
Invece le cose vanno diversamente: D’Annunzio cambia
impresa e marcia su Fiume. Cabruna non ha dubbi:
Fiume deve essere italiana. È il primo aviatore ad at-
terrare in Fiume. Il Tenente Ernesto Cabruna, tra i più
costanti difensori della nostra Causa, è degno della fiducia
dei nostri amici. Gli affidiamo gli incarichi più difficili e
più delicati. Lo riconosciamo come nostro rappresentante
diretto. 5 ottobre 1919, Lettera di Gabriele d’Annunzio,
(ARCHIVIO DEL VITTORIALE).
Si dimette dall’Arma per essere libero legionario. Pur
non soffermandoci a raccontare quanto accadde in
quel periodo, ricordiamo che il nostro impavido eroe
per vendicare l’onore dell’Arma, a cui sempre in cuor
suo apparteneva, sfida al duello con la pistola l’ardito
Mario Carli che, con un articolo pubblicato sul giornale
COPERTINA DE “LA DOMENICA DEL CORRIERE”, “La testa di Ferro”, aveva accusato i Carabinieri di
ANNO XX, N. 26 DELL’8-15 SETTEMBRE 1918 (MILANO)
volere abbandonare la città.
Cabruna è ferito al costato, il duello al primo sangue
vecento ore di volo in guerra, due aerei distrutti al termina senza riconciliazione. Dopo l’annessione di
suolo in territorio nemico e un drakenballon (pallone Fiume all’Italia ottiene la riammissione nell’Arma dei
di osservazione) incendiato. Nessun apparecchio da Carabinieri per poi passare con il grado di capitano
lui scortato è stato abbattuto dal nemico. nella costituita Regia Aeronautica, come aiutante di
All’esposizione dei cimeli di guerra a Genova, il 5 campo del Capo di Stato Maggiore Piccio, già primo
maggio 1919, il Duca d’Aosta Emanuele Filiberto, comandante della sua 77ªSquadriglia. Lascio oggi la
Comandante della Terza Armata, affida a Cabruna, mia vecchia divisa di Carabiniere per vestire quella già
“la più gloriosa delle sue ali di guerra”, il compito di tanto gloriosa dell’Aeronautica. Ai sentimenti appresi e
volare col suo imbattuto Spad da Trieste a Genova, rafforzati nell’Arma debbo il merito e la mia fortuna di
sua città natale, volendo con questo gesto inviarle un guerra ed a questi sentimenti stessi oggi obbedisco nello
aulico messaggio. spogliare la mia vecchia divisa per vestire quella della
L’aeroplano è oggi esposto al Museo dell’Aeronautica nuova Arma, cui occorrono uomini di buona volontà.
a Vigna di Valle. Lascio con dolore i Carabinieri, ma mi propongo di essere
Nel luglio del 1919 scrive una lettera a Gabriele anche lontano, non dimentico figlio di quella Famiglia
d’Annunzio, probabilmente conosciuto sui campi di cui ho appartenuto e alla quale ho coscenza di avere fatto
volo di Aiello e Marcon, nella quale si offre di condurlo onore. Dovunque e sempre sarò grato all’Arma maestra
32 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO III