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PAGINE DI STORIA
pianta secolare non esiste più, ma rappresenta ancora
oggi un simbolo della città, al pari di un monumento,
di un famoso personaggio o evento.
L’albero in questione era un cipresso, considerato il più
antico d’Italia e Cesare Cantù lo riteneva piantato
«avanti l’era volgare». L’immaginazione popolare aveva
creato, intorno a questa pianta secolare, la più fantasiosa
tradizione. Si diceva infatti che Scipione, dopo la sfor-
tunata battaglia con Annibale, sul Ticino, si fosse
riposato sotto quest’albero e che un altro vinto, Francesco
I di Francia, preso dall’ira per la sconfitta, avesse trafitto
dispettosamente con la sua spada il tronco già centenario.
Ma se queste sono leggende, frutto della fantasia
popolare, la storia racconta che Napoleone, quando
seppe che per costruire la strada del Sempione da lui
progettata si doveva abbattere l’albero, dispose che si
restringesse il tracciato pur di rispettare il cipresso.
Il Cipresso sommese terminò la sua secolare esistenza
il 2 settembre 1944, quando venne abbattuto dalla
«furia ciclonica». Così raccontava la Cronaca Prealpina
dell’epoca: «la colossale pianta soccombeva, vinta dal
forte vento e dall’acqua torrenziale che avevano spostato
il baricentro della sua gravità».
Gli abitanti del posto continuano a tramandare la
memoria di questo albero, infatti, nel 2014 è stato or-
ganizzato un evento, promosso anche dal Ministero
dei beni e delle attività culturali e del Turismo, per ri-
cordare i settant’anni dal suo sradicamento. Questi
sono solamente alcuni fra gli alberi degni di essere ri-
cordati, ma il patrimonio monumentale della natura in
Italia è molto vasto e occorre averne una cura particolare
proprio perché i vecchi alberi sono, tra tutti, quelli più
esposti ai maggiori rischi.
Data l’enorme ricchezza di spunti naturalistici e culturali
legati alla loro vita, perdere questi patriarchi della
natura significherebbe rinunciare anche ad alcune im-
portanti pagine della nostra storia e alla memoria di
cui gli alberi monumentali si fanno preziosi custodi.
Simona Greco
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO III 49