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SPECIALE
ROMA, 6 GIUGNO 1937. RE VITTORIO EMANUELE III DINANZI AL MUSEO RICEVUTO DAL COMANDANTE GENERALE
DELL’ARMA RICCARDO MOIZO E DAL PRESIDENTE GIUSEPPE PALIZZOLO DI RAMIONE
entrare nel profondo dei loro cuori, delle anime e operate sotto l’impulso di amor di patria, di religione
delle menti e per far ciò era necessario un museo. Lo del dovere, di abnegazione veramente umanitaria”.
aveva imparato dalla letteratura classica che quello I carabinieri di Gorini, che lo stesso ricorda essere re-
che si vede colpisce più velocemente e profondamente clutati tra la popolazione rurale, dovevano seguire gli
di ciò che si ascolta. Il poeta latino Orazio aveva in- esempi degli uomini che avevano reso onore alla
segnato all’ufficiale che “l’immagine che varchi per storia dell’Arma, al pari di quelli citati da Lessona in
l’orecchio, più tarda a scuoter l’alma giunge che Volere è Potere, che avevano reso onore all’Italia.
quella al fido sguardo esposta e che lo spettator
pinge a se stesso”. Cos’era un museo storico Gorini LA NASCITA DEL MUSEO
lo aveva invece tratto dal pensiero moderno: nelle E LA RICERCA DEI BENI MUSEALI
prime righe del suo scritto, l’aveva definito come rac- Il destino voleva che nel novembre 1921 il colonnello
colta “di rappresentazioni di fatti, di oggetti che li ri- Vittorio Gorini venisse iscritto negli annali dei co-
cordano, di cimeli, attestanti e ricordanti imprese mandanti della Legione Allievi Carabinieri di Roma
gloriose di virtù, di sacrificio, di ardimenti mirabili, e che in quella caserma trovasse il primo nucleo del
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO II 11