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PAGINE DI STORIA
In quel momento un fruscio proveniente da una fitta FRAMMENTO DI MICCIA DI ORDIGNO, CIMELIO CUSTODITO
siepe e il successivo rumore di passi segnalò la pre- AL MUSEO STORICO NELLA SALA DELLA GRANDE GUERRA
senza di un individuo in fuga. I militari non ebbero
dubbi: si trattava di un malintenzionato e così spa- rando. Ripresero così le ricerche mentre Martino si
rarono nel buio alcuni colpi di moschetto e, come recava alla Stazione di Villa Canalripato per infor-
ordinato da Martino, inseguirono il fuggitivo; due mare il comandante di Compagnia e inoltrare una re-
dei carabinieri però rotolarono in una depressione lazione sull’accaduto.
del terreno profonda qualche metro e gli altri do- Frattanto, intorno alle ore 04:30, si verificò un ulte-
vettero limitarsi ad esplodere alla cieca ulteriori riore tentativo di avvicinamento all’ordigno e la sen-
colpi di moschetto. tinella, aiutata dalle prime luci dell’alba, fu in grado
Frattanto Martino raggiunse il deposito n. 1, collo- di riferire che si trattava di un uomo di circa tren-
cato su un rialzo del terreno, per tentare di scorgere il t’anni che, disatteso l’ordine di fermo, si era dato alla
fuggiasco e per individuare la sentinella che non aveva fuga. Le indagini per l’individuazione dei responsabili
risposto alla chiamata. Quest’ultima era stata infatti vennero affidate al Sottotenente Eligio Pecci e al Ma-
attratta da un rumore proveniente da un'altra dire- resciallo Anito Zani, entrambi della squadriglia inve-
zione, circostanza che suggeriva la presenza di un stigativa di Bologna. Si trattava di reparti che avevano
complice. Mentre si muoveva nel buio, Martino udì maturato una particolare esperienza nell’ambito in-
un sibilo accompagnato da un intenso odore di pol- formativo e investigativo e che operarono durante
vere in combustione e urtò contro un oggetto che tutto il periodo bellico per prevenire e reprimere qual-
prese a rotolare lungo il breve declivio dell’altura su siasi tentativo di attentati e di spionaggio e per argi-
cui si trovava; riuscì a bloccarlo con un piede e scorse
su di esso un piccola fiamma bluastra: comprese su-
bito che si trattava di un ordigno esplosivo e lo rac-
colse cercando di strappare con le mani la miccia
ancora incombusta, che misurava circa quindici cen-
timetri. I tentativi però si rivelarono vani, tanto resi-
stente era l’attacco della miccia. Mentre essa
continuava a consumarsi, ustionandogli le dita, Mar-
tino non esitò a staccare la miccia con i denti, proprio
quando era quasi giunta al punto d’innesto e dunque
a lanciarla lontano.
Il pericolo non era ancora scongiurato e Martino urlò
ai carabinieri di allontanarsi, attendendo circa un
quarto d’ora, da solo, fin quando non fu certo che
l’ordigno fosse ormai innocuo. Martino dispose affin-
ché il comandante della guardia, Caporal Maggiore
Vincenzo Giaffa del 121° Battaglione di Milizia Ter-
ritoriale, garantisse un’attenta vigilanza dell’ordigno.
I militari della squadriglia, che da giorni prestavano
ininterrotto servizio per la ricerca di disertori, torna-
rono al corpo di guardia per una breve pausa. Dopo
circa venti minuti udirono due colpi di fucile e accor-
sero, unitamente ad altri cinque soldati, in ausilio alla
sentinella che raccontò di aver sentito avvicinarsi
qualcuno alla sua postazione e di aver reagito spa-
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II 31