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CRONACHE DI IERI
CALOGERO VIZZINI seno ai vecchi gregari che, nelle trincee, avevano per-
fezionato più che il sentimento dell'amor di Patria, il
contemporanei sostenevano, era una vera organizza- perfido istinto della cattiveria e della malvagità.
zione criminale. Questa, secondo Bordonaro, era co- Il Di Caro, cattivo d'animo, perfido e astuto intuì che
mandata dal boss Calogero Vizzini. Vizzini, stando a porre di fronte ai vecchi gregari il proprio passato di
quanto riferisce un altro capo mafia a Bordonaro, era criminale al fine di imporsi, sarebbe stato per lui an-
potente a tal punto che non si muoveva foglia in pro- dare incontro a sicura morte. Il Di Caro pensò invece
vincia di Caltanissetta senza il suo nulla osta. che riunire i reduci coi peggiori tipi che durante la
Bordonaro ipotizza che Vizzini controlli tutta l'isola guerra furono disertori od autolesionisti, per condurli
tramite dei “rappresentanti”, ossia dei mafiosi con la alla reazione contro i vecchi sistemi della organizza-
funzione di rendere operativi i suoi voleri. Nella zona zione mafiosa, gli avrebbe procurato onori e denaro
d'azione di Bordonaro il rappresentate è Domenico ed a quest'ultima via si è attenuto. Infatti, come ab-
Di Caro, potentissimo capo mafia di Canicattì. Nel biamo suaccennato, vi era la mafia dell'anteguerra e
suo processo verbale, Bordonaro ne ricostruisce l'in- del dopoguerra. I principi informatori della mafia del-
dole e l'ascesa nei ranghi della mafia: l'anteguerra consistevano nell'ubbidienza cieca ai capi
“Il Domenico Di Caro aveva seguito le evoluzioni i quali determinavano ciascuno per sé il territorio feu-
date dalla guerra [NdA: Prima Guerra Mondiale] in dale, riscuotevano dai feudatari indebitamente una ta-
glia annua da loro imposta per evitare in danno di essi
rapine o l'esercizio dell'abigeato o danneggiamenti. I
capi-mafia per mantenere i loro impegni di fronte ai
conduttori dei feudi davano una discreta mancia ai
propri gregari, i quali rimanevano così impegnati a
non molestare quei feudi per la tutela dei quali era
stata riscossa la taglia. Tale sistema importava che, al-
l'infuori dell'indebita esazione, l'agricoltore altro
danno non subiva e l'abigeato veniva esercitato da
gregari ribelli o da delinquenti non appartenenti alla
mafia, ma tanto i gregari ribelli od i delinquenti isolati
finivano spesso con l'esser massacrati dai mafiosi, i
quali si erano pertanto attribuiti la onorifica nomea
di partito d'ordine.
La guerra, come in tutti gli altri campi dell'attività
umana, doveva portare la rivoluzione anche in seno
alla mafia. Il sistema suesposto importava che i gre-
gari non avevano alcuna libertà di azione e quindi do-
vevano adagiarsi nella rassegnazione di vedere
arricchire i capi e di lavorare (delinquere) in un campo
assai ristretto. Resi più scaltri dall'evoluzione bellica,
i gregari chiesero decisamente la riforma e quei capi
che non vollero aderire ad alcuna riforma furono
24 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II