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CRONACHE DI IERI
Gli aviatori americani furono identificati reato e per diserzione, i componenti della scorta e gli
dal signor Stucchi subito dopo lo sbarco altri due carabinieri imbarcatisi con loro.
al porto del Giglio. Successivamente chia- All’ira nazista non sfuggì neanche l’Appuntato Curti
mato in caserma dal Maresciallo Luchini, poiché, in qualità di Comandante interinale dell’ex
lo Stucchi procedette ad una verifica delle posto fisso di Giannutri, fu ritenuto direttamente re-
generalità dichiarate mediante un con- sponsabile della diserzione dei Carabinieri Giampaoli
fronto con le catenine in ferro che gli e Fasano, venendo pertanto denunciato con l’accusa
aviatori portavano al collo. Da ciò fu pos- di omissione di rapporto.
sibile stabilire che si trattava di quattro Stessa sorte toccò anche al comandante Sirio Scotto e
Ufficiali e sei aviatori identificati in: ai membri dell’equipaggio del Maria Teresa, tutti de-
nunciati per arruolamento illecito di guerra.
Richard M. Sigler; Robert F. Murphj; Il 3 novembre successivo il Maresciallo Luchini fu
Myroaw Hemminganen; William F. vincolato agli arresti presso la Compagnia di Orbetello,
Hesler; Warren L. Smit; Robert A. anche per non destare sospetti tra la milizia tedesca.
Dopo una quindicina di giorni il comandante della
Owwen; Walter F. Zmunda; citata Compagnia Giuseppe Spano, lamentando in-
Samuel W. Hines; Darrel Jihasten; sufficienza di personale, per sottrare il Sottufficiale ad
una probabile deportazione o detenzione presso un
Miller Daniel. duro carcere militare, lo destinò alla Stazione di Ma-
gliano. Per la sopravvenuta liberazione del territorio
il Maresciallo Luchini, l’artefice della fuga dei soldati toscano il tribunale di guerra fascista di Livorno non
americani e dei carabinieri. Questi, quando il 24 fece in tempo a pronunciare alcuna sentenza. Ancora
ottobre fu certo dell’arrivo del Maria Teresa in oggi tra gli abitanti del Giglio si tramanda con orgoglio
Sardegna, iniziò l’opera, quanto mai difficile, per il ricordo di quella storia, che contribuisce a rendere i
tentare di mascherare le proprie responsabilità. Per Carabinieri amati e ammirati sull’isola.
prima cosa segnalò, in modo alquanto evasivo, che vi I militari dell’Arma non esitarono a mettere in pericolo
era il sospetto che il convoglio con i prigionieri e le la propria vita pur di non venir meno ai propri valori
armi diretto alla Compagnia di Orbetello, non essendo e alla fedeltà al governo legittimo del Sud.
ancora giunto in quella località, avesse invertito la In particolare si ricorda il coraggio del Maresciallo
rotta per raggiungere la Corsica o la Sardegna. Luchini, che con senso di responsabilità rimase al
Frattanto la notizia dello sbarco dei prigionieri si era proprio posto, per rispondere del suo comportamento
diffusa in tutta l’isola raggiungendo anche le autorità in prima persona ed evitare rappresaglie alla sua
germaniche. Le scuse accampate dal Maresciallo famiglia e agli abitanti dell’isola.
Luchini non erano assolutamente convincenti. Fu Si ricorda il comportamento eroico dei Carabinieri
subito aperta un’inchiesta. Molti furono i testimoni che sposarono il progetto di fuga degli americani e si
ascoltati anche tra la popolazione civile. L’esito degli ricorda anche l’atteggiamento dei militari dell’Arma
interrogatori, pur favorevoli, non valsero ad escludere che, in quel caldo ottobre del 1943, non presero atti-
le responsabilità del Luchini. Pertanto il sottufficiale vamente parte alla fuga ma riuscirono a mantenere il
fu accusato di procurata evasione e denunciato al Tri- segreto e consentire la realizzazione del piano.
bunale Militare di Guerra.
Allo stesso tempo furono denunciati, per lo stesso Giovanni Salierno
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II 15