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CRONACHE DI IERI
in perfetto inglese, riferì agli aviatori che, terminata la La mattina
cena, sarebbero stati condotti a Giglio Castello e trat- del 20 ottobre
tenuti quali prigionieri di guerra. verso le ore 11,
A tale notizia gli aviatori cercarono disperatamente
di opporre la loro speranza di raggiungere la Corsica, due barche
già liberata dagli Alleati. L’interprete rispose che la di pescatori
loro richiesta poteva essere valutata solo dai carabi- s’imbatterono
nieri, che se ne sarebbero dovuti assumere la grave in due canotti
responsabilità. pneumatici
I prigionieri allora estrassero da alcuni involucri im- occupati da dieci
permeabili delle cartine topografiche e mostrarono aviatori americani
all’interprete e al Vice Brigadiere Ferranti le rotte per alla deriva
raggiungere la Corsica o la Sardegna. Il Ferranti, che
mal sopportava la condizione di dover servire la da quasi
patria sotto il dominio tedesco, si appartò con l’ufficiale due giorni
americano che parlava un po’ di italiano per capire
quanto fosse plausibile l’idea di raggiungere quelle Come avrebbero giustificato tale complicità? Occorreva
mete già liberate. un piano più sofisticato. All’improvviso un’idea: far
Concluso il colloquio con l’aviatore, il Vice Brigadiere raggiungere le coste già liberate anche ai carabinieri
prelevò i prigionieri e si diresse subito verso il suo co- muniti di tutte le armi e le munizioni del disciolto pre-
mando. Giunto in caserma consegnò i prigionieri al sidio militare del Giglio.
Maresciallo Luchini che li riunì in una sala piantonata Per realizzare un’idea così coraggiosa e azzardata bi-
da due militari. Il Ferranti chiese al suo superiore sognava ora mettere a punto un piano infallibile. Per
diretto di poter conferirgli in privato. Si chiusero nel- prima cosa occorreva recuperare un’imbarcazione
l’ufficio del Comandante e in quella stanza il Vice Bri- adeguata all’impresa. L’unica barca disponibile sull’isola
gadiere riferì al maresciallo dell’intenzione dei prigionieri era la Santa Teresa del Capitano Raffaele Griego,
di raggiungere la costa sarda o la Corsica. Alle parole giunta la sera prima dall’isola di Giannutri. Lì aveva
del Ferranti una luce si accese negli occhi del Maresciallo imbarcato l’Appuntato Egidio Curti e i Carabinieri
Luchini. Anch’egli condivideva gli stessi sentimenti di Lelio Giampaoli e Cosimo Fasano, già effettivi su
astio nei confronti dei nazisti. Contemporaneamente, quell’isola presso il Posto Fisso Carabinieri, soppresso
contribuendo ad alimentare le incertezze del comandante pochi giorni prima, il 12 ottobre. I tre militari avevano
della Stazione, all'esterno della caserma un gruppo di trasportato sulla Santa Teresa tutte le armi, le munizioni
circa quaranta persone si era riunito per testimoniare
solidarietà verso i naufraghi prigionieri.
Il particolare clima creatosi attorno agli americani
favorì l’idea di tentare quella che sarebbe stata un’im-
presa eroica. Il Luchini e il Ferranti iniziarono infatti
a prendere in seria considerazione l’ipotesi di favorire
il piano degli aviatori statunitensi. Lasciar semplicemente
andare i prigionieri era però un’idea impraticabile.
12 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO II