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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
LA REPRESSIONE
DEL BANDITISMO
IN SICILIA
di VINCENZO LONGOBARDI
Nel mese di febbraio la Direzione del Palermo, di Trapani e di Agrigento.
Museo ha organizzato un’esposizione Oltre allo stesso capobanda particolarmente peri-
temporanea di cimeli e documenti coloso risulta Gaspare Pisciotta, cugino del bandito
che raccontano la lotta al banditismo Giuliano e ritenuto l’amministratore dell'organiz-
in Sicilia al termine del Secondo zazione, nonché autore di prevaricazioni ed efferati
Conflitto Mondiale, tra il 1947 e il 1950, periodo omicidi.
particolarmente delicato che vide l'esplosione del La pericolosità della banda Giuliano si fa sempre
fenomeno in diverse provincie dell’Isola, grazie so- più preoccupante, rendendosi responsabile di una
prattutto alla grande disponibilità di armi dovuta serie di azioni criminose molto violente e anche di
alla guerra. vere e proprie stragi, come quella del 1º maggio
Tra le varie bande la più pericolosa è quella 1947. Duemila lavoratori, in prevalenza contadini,
capeggiata da Salvatore Giuliano, fuorilegge plu- si riuniscono in località Portella della Ginestra, nei
riomicida che dal 1943, dopo aver ucciso un Cara- pressi di Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato.
biniere, riesce via via a raccogliere intorno a sé una Improvvisamente la banda Giuliano inizia a sparare
numerosa formazione di banditi che, ai suoi ordini, sulla folla dal vicino monte Pelavet per circa un
agisce con crescente efferatezza nelle province di quarto d'ora. Rimangono uccise undici persone,
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II 93