Page 36 - Notiziario 2017-2
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PAGINE DI STORIA

     IL GIORNO CHE NON SPARAI                                   prime case di Kononowa; schiero i miei uomini all’ini-
                                                                zio del paese a presidio della rotabile… Le perdite del
         di Giovanni Battista Invernizzi                        nemico non si sono potute precisare però è stato ac-
                 Carabiniere del XXVI                           certato che sul terreno numerosi caddero morti”. A
                                                                Buffa per questa azione, è stata conferita la medaglia
      Una volta ero di pattuglia insieme ad                     di bronzo al valor militare.
      altri carabinieri, quattro o cinque in                    Le altre due squadre del plotone (Pepiciello e Stocco)
      tutto, quando incontriamo una pattuglia                   sono più a nord, a Bondarowka. Anche loro combat-
      di russi. Non so come ci riusciamo, ma                    tono per difendere la propria posizione. Sintetizza Pe-
      non ci spariamo. Loro hanno urlato per                    piciello nel suo diario quotidiano: “La mia squadra
      primi, non sparate, non sparate e noi                     viene attaccata dal nemico numericamente superiore
      siamo rimasti fermi. Ci siamo seduti in-                  per mezzi e uomini. Ci difendiamo molto bene. Per
      sieme, ci siamo messi a parlare, uno di                   primi uccidiamo (io e i Carabinieri Canova Antonio
      loro conosceva un po’ l’italiano, noi un                  e Invernizzi Battista) un Capitano ed un Tenente
      po’ di russo. Gli abbiamo offerto la                      dell’Esercito Russo, muoiono i carabinieri Cavaglieri
      grappa e hanno voluto vedere i nostri                     Ermanno e Fogli Giuseppe”. “Cavaglieri”, ricorda nel
      moschetti: ci hanno preso in giro per                     dettaglio uno dei protagonisti di quel combattimento,
      quanto poco valevano. Loro avevano dei                    Giovanni Battista Invernizzi, “è stato il primo della
      fucili bellissimi, con un caricatore da                   mia squadra a morire. Era il più giovane di tutti noi,
      dodici colpi, altro che i nostri 91. Forse                aveva diciotto anni. Eravamo a Bondarowka. Da die-
      fu la paura di morire a non farci premere                 tro un’isba sbucò improvviso un russo che sparò a
      i grilletti. Perché in guerra si ha sempre                Cavaglieri. Il mio caposquadra, il Vicebrigadiere Pe-
      paura. Ogni minuto, ogni ora, ogni gior-                  piciello, mi urlò: spara, spara. Io con il mitragliatore
      no. Chi dice il contrario è un bugiardo.                  mirai al russo che era proprio sull’angolo dell’isba,
                                                                feci fuoco e i proiettili dell’arma sbrecciarono lo spi-
di aggiramento. Vista vana la possibilità di contenere          golo di legno della casa uccidendo il russo. Poi andai
la pressione nemica che si sviluppava sempre più dal            vicino a Cavaglieri: era ancora vivo, con la mano grat-
lato destro e considerando insostenibile la perma-              tava sulla neve… L’ho seppellito io, l’abbiamo avvolto
nenza nella primitiva posizione ripiego con ordine              in una tela da sacco, forse è ancora lì, a Bondarowka,
progressivo per circa 500 metri schierando i miei uo-           perché non lo potemmo seppellire in uno di quei ci-
mini in un canalone da dove si poteva dominare il ter-          miteri che poi hanno trovato”.
reno antistante e trattenere meglio l’avanzata del              Siamo al 15 gennaio. La colonna del Blocco Nord è
nemico. Il nostro schieramento viene dopo poco bat-             in marcia verso Belovodsk. I sovietici premono alle
tuto da granate di mortai nemici che ci costringono             sue ali e tentano l’accerchiamento.
ancora a ripiegare per qualche altro centinaio di               Il plotone di Buffa resta diviso in due. A nord le squa-
metri. Dispongo una nuova linea di difesa a cavallo             dre di Stocco e Pepiciello, a Kononowa (Gamaschew
della rotabile, ma purtroppo il fucile mitragliatore che        era stata occupata dai sovietici) la squadra di Berati
di molto ci aveva aiutato nella nostra resistenza si in-        con l’ufficiale. Buffa è praticamente isolato, con da-
ceppa. Dobbiamo fare esclusivo uso dei moschetti. Le            vanti due compagnie di avversari e le munizioni
munizioni sono quasi esaurite: usiamo allora per i              quasi esaurite. La sera del 14 il Sottotenente aveva
moschetti anche le poche cartucce per fucile mitraglia-
tore rimaste. Continuiamo intanto a retrocedere cer-
cando, mediante il lancio di bombe a mano, di
ritardare il più possibile l’avanzata nemica e riu-
sciamo a farlo per circa due ore. Siamo ormai alle

36 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II
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