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CRONACHE DI IERI
Dal loro esame fu possibile ipotizzare che uno dei ra- Terminato
pinatori camminasse senza una scarpa. il racconto e vagliati
Nei giorni successivi le indagini continuarono senza anche i particolari
sosta. Il Brigadiere, seguendo il suo fiuto investigativo,
concentrò le sue attenzioni sulla vicina miniera. più banali,
Cercava di considerare ogni più piccolo indizio: ora il Brigadiere Calisto
quella mezza frase carpita da due individui; ora prese sotto braccio
quello strano oggetto; ora quelle impronte lasciate
da qualcuno che camminava scalzo. il Carabiniere
Dalle sue osservazioni ricavò piccoli tasselli che, messi Catalano e si diresse
insieme, avvicinavano alla soluzione del caso.
Il cerchio delle indagini si stringeva sempre più a Pietra Bianca,
intorno alla miniera di zolfo e verso coloro che vi la- luogo ove era stato
voravano o la frequentavano per i motivi più disparati. commesso il delitto
Fu così che il Calisto individuò Giuseppe Lamastra,
che riforniva di viveri i minatori della zolfatara di del crimine. Per tutti e tre scattarono i “ferri”. Durante
Giona, in uno dei personaggi coinvolti nella rapina. le fasi del processo, che si concluse con una pena
Il Comandante della Stazione di Racalmuto però non esemplare per i rei, fu riconosciuto dall’Autorità Giu-
procedette subito all’arresto ma, con l’aiuto dei suoi diziaria e dalle cronache del tempo il prezioso servizio
uomini e attraverso vari appiattamenti e pedinamenti, reso dal Brigadiere Calisto e dai suoi uomini alla giu-
riuscì a scoprire che il Lamastra era solito accompa- stizia e all’intera popolazione.
gnarsi con due compari: Calogero Scimè e Giovanni A completare il teatro drammatico in cui, con pochi
Cumo. I connotati dei tre combaciavano con le de- uomini e scarsi mezzi, era costretto a operare il Bri-
scrizioni fatte dai quattro carrettieri e dai testimoni gadiere Calisto, vi erano i conflitti sociali che scaturi-
subito dopo la rapina. vano dalle attività economiche presenti nel territorio
Nuovi indizi poi completarono il quadro accusatorio: controllato dalla Stazione di Racalmuto. La popolazione
i tre sospettati, la mattina della rapina, erano stati locale alla fine del XIX secolo era nettamente spaccata
visti nei pressi del luogo dove era stato commesso il in due: da una parte gli operai delle miniere, poveri e
crimine. Ormai non vi erano più dubbi. Preso per analfabeti, che prestavano la loro opera mal pagati e
primo, il Lamastra fu condotto in caserma e qui sot- sfruttati nelle zolfatare; dall’altra la buona società
toposto a un confronto con le vittime della rapina e racalmutese, che prosperava ed era solita ritrovarsi al
con i testimoni oculari. Nessuno ebbe dubbi nel rico- teatro Margherita, fatto costruire dall’architetto Dio-
noscerlo in uno dei tre assalitori. Messo alle strette il
Lamastra cominciò a raccontare della rapina: com’era
stata ideata e il ruolo svolto dai suoi compari.
Poche ore dopo furono catturati lo Scimè e il Cumo.
Quest’ultimo camminava con una sola scarpa perché
colto da adolescente da una grave malattia che lo
aveva reso zoppo e la forma del suo piede coincideva
perfettamente con le impronte reperite sulla scena
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II 25