Page 20 - Notiziario 2017-2
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CRONACHE DI IERI

                                                                      RACALMUTO - PIAZZA SANT’ANNA
                                                                                        (CARTOLINA D’EPOCA)

quell’uomo cammini davvero nella direzione di chi si            con il grado di Vicebrigadiere e da sei carabinieri a
sofferma ad ammirarlo. L’opera raffigura uno dei più            piedi. La Stazione era posta alle dipendenze della
grandi scrittori del Novecento che a Racalmuto deve             Luogotenenza di Naro a sua volta subordinata alla
i suoi natali e che dell’Arma ha narrato la lotta alla          Compagnia Carabinieri di Girgenti, l’odierna Agrigento.
mafia nel capolavoro letterario “Il Giorno della Ci-            La giurisdizione era ampia e articolata e comprendeva
vetta”: Leonardo Sciascia.                                      una varietà di zolfatare e miniere attorno alle quali
Sembra uno scherzo del destino ma proprio a Racal-              ruotavano innumerevoli interessi.
muto, durante i primi anni di vita del Regno d’Italia,          Preso atto della realtà che lo circondava, tra omertà e
si era sentito parlare per la prima volta di “Mafia”.           depistaggi, il giovane brigadiere si mise a lavoro.
Secondo le cronache del tempo fu lì, infatti, che nel           Iniziò a vagliare ogni spostamento, ogni sosta, ogni
1882 le Forze di Polizia presenti sull’isola sferrarono         contatto avuto dai due dispersi durante il tragitto, ad
il primo colpo a quella che allora, per la maggior              investigare nel loro passato, sulle loro amicizie, sulle
parte degli italiani, era solo una sconosciuta e circo-         diatribe e sui rapporti di parentela. Così facendo, tra
scritta organizzazione malavitosa. I frutti raccolti da         pedinamenti, controlli e appiattamenti, il Brigadiere
quell’imponente operazione avevano un’origine precisa.          Calisto, coadiuvato dai suoi uomini, era riuscito a
Tutto era cominciato sedici anni prima, quando due
proprietari terrieri, Salvatore Scimè detto Cicolino e
Calogero Mendola, erano partiti in un pomeriggio di
fine agosto proprio da Racalmuto per raggiungere
l’ex feudo Marchesa, nei pressi di Caltanissetta, ove
li attendevano alcuni lavori campestri. Non giunsero
mai a destinazione. Di loro non si seppe più nulla. Le
indagini, avviate nell’immediatezza dei fatti, non por-
tarono ad alcuna conclusione. In giro si mormorava
che i due mezzadri fossero stati assassinati dalla
“Mafia” e i loro cadaveri occultati in una fossa nella
campagna agrigentina. Il caso era ormai destinato a
non avere soluzione. Come provare quanto si affermava
in giro?
In questo scenario, composto d’intrighi e connivenze,
fa la sua comparsa la figura di un giovane brigadiere
dei carabinieri di nome Ignazio Calisto, Comandante
della Stazione Carabinieri di Racalmuto. Il comando
era già presente nello scompartimento territoriale
dell’Arma del 1861-62, discendente dai provvedimenti
di riordino dei comandi dell’Arma previsti dal regio
decreto del 24 gennaio 1861.
Lo scomparto prevedeva che l’organico della stazione
dovesse essere composto da un Comandante con il
grado di Brigadiere, da un Sottufficiale in sottordine

20 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II
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