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CARABINIERI DA RICORDARE
sera, tanto che gli impiegati postali e la scorta decisero disponevano, ma anche con badili, picconi, spranghe
di pernottare presso l’accampamento per poi ripartire e altri attrezzi. Il Carabiniere Litto, anch’egli destato
la mattina successiva. dai primi colpi di fucile, si ricompose immediatamente
A notte fonda nel cantiere dominava un assoluto si- e, imbracciato il suo moschetto e osservando la sua
lenzio, ogni tanto si udivano nitidamente gli echi precisa consegna, corse a difendere il furgone esplo-
della fauna selvaggia, tutti dormivano, i dirigenti, le dendo vari colpi. Così fecero anche i dirigenti del
maestranze, gli addetti alla mensa, tutti stavano ripo- cantiere: esplosero dei colpi con le loro armi, ma
sando e ritemprando le forze per poter iniziare una tutto fu angosciosamente vano. Si compì un vero e
nuova giornata di duro lavoro. proprio massacro di civili inermi!
Anche il Carabiniere Litto riposava. All’improvviso, Soltanto poche decine di connazionali e operai africani
verso le tre del mattino, favorito dall’oscurità, un riuscirono a mettersi in salvo fuggendo lontano nel
gruppo di oltre quattrocento abissini dell’armata del folto della boscaglia.
ras Immirù assalì il campo esplodendo colpi di mo- Molti italiani e operai eritrei ed etiopici rimasero
schetto, lanciando bombe a mano e brandeggiando uccisi e, anche fra gli assalitori, si contarono quaranta
armi bianche. Sorpresi nel sonno i poveri malcapitati morti, causati dalla resistenza opposta dagli italiani,
cercarono disperatamente di difendersi dagli assalitori e, in maggior parte, dall’esplosione della polveriera
con i pochi fucili – una quindicina in tutto – di cui dove erano custodite cinque tonnellate di dinamite.
ASMARA, ANNI ‘30. LA CASERMA
DELL’ARMA DEI CARABINIERI REALI
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO II 101