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PAGINE DI STORIA

        di GIOVANNI SALIERNO

Era seduto su di una sedia e parlava animosa-              ancor che inaspettata, la notizia dell’armistizio dell’8
           mente, in un studio semibuio del centro di      settembre.
           Padova, in quel caldo pomeriggio del 28 lu-     Fra la confusione generale e dopo la fulminea occu-
           glio 1943. Era un uomo magro, stempiato,        pazione tedesca, il colonnello Marcello si incontrò
sui cinquant’anni, il suo pizzetto brizzolato poggiava     nuovamente con quegli elementi dell’elite culturale
su di un volto dai lineamenti gentili. L’ascoltava, poco   cittadina che sarebbero divenuti di lì a poco gli espo-
distante, seduto su di uno sgabello, un signore di-        nenti del locale Comitato di Liberazione.
stinto, composto nella sua sagoma imponente e au-          Rientrato una sera in caserma, con passo svelto attra-
stera. Il primo era il professor Egidio Meneghetti,        versava il cortile della Legione, abbottonato nella sua
ordinario della cattedra di farmacologia presso l’Uni-     uniforme, pensieroso, prendeva la scala che portava
versità di Padova, che diventerà un noto esponente         al suo ufficio e con semplici occhiate lasciava inten-
del “Partito d’Azione” e del Comitato di Liberazione       dere a chi l’incrociava di accodarsi. Dietro di lui se-
Nazionale; il Colonnello dei Carabinieri Domenico          guivano in fila indiana il Tenente Colonnello
Marcello, Comandante della Legione di quella stessa        Alterocca e il Tenente Bianchini.
città dal 24 aprile 1941, era il secondo. L’incontro era   Appoggiato il berretto sull’étagère accanto alla porta,
stato organizzato, non appena si era diffusa la notizia    il Colonnello prese posto dietro la scrivania mentre
della caduta di Mussolini, dagli ambienti culturali e      dalla tasca della divisa estraeva un foglio di carta mal
intellettuali della città e aveva lo scopo di sensibiliz-  piegato e sgualcito. Con una mano aprì il foglio men-
zare e organizzare i militari dell’Arma della Legione      tre con il palmo dell’altra cercò di ridurne le pieghe.
Padova e quindi del Veneto, mediante la figura del         Prese una matita appoggiata lì sul tavolo e iniziò a
loro Comandante, in modo che gli sviluppi che la           scrivere un elenco di nomi. Fu così che l’alto Ufficiale
nuova situazione politica determinava non sfociassero      pose le basi di quella rete di resistenza passiva, e so-
in un clima da “resa dei conti” tra coloro che fin ad      prattutto informativa in favore del movimento di li-
allora avevano appoggiato il regime e quelli che lo        berazione, che nell’ultimo scorcio del conflitto
avevano contrastato.                                       imbraccerà anche le armi e prenderà il nome di
Pur in un clima di incertezza per la nuova situazione      “Banda Marcello”, formata per la maggior parte da
politica interna e di inquietudine per la crescente pre-   Carabinieri, ma non solo.
senza e la mal celata insofferenza dell’alleato germa-     Per prima cosa, da vero conoscitore di uomini, iniziò
nico, l’attività d’istituto dell’Arma continuò a           a selezionare gli elementi che gli garantivano maggior
svolgersi regolarmente, ricorrendo a tutto il suo pro-     affidabilità e ad attribuire loro le più delicate man-
verbiale equilibrio, fin quando giunse improvvisa, più     sioni. Creò un’aliquota addetta alle informazioni e

                                                           NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II 75
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