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CARABINIERI DA RICORDARE
d’ulivo da dove trovare una visuale di tiro coperto con il bersaglio provocando più gravi ferite rispetto
dalle fronde. Il conflitto a fuoco richiamò l’attenzione alle normali pallottole – ridussero il ragazzo in fin di
del personale del Regio Esercito che era stato lasciato vita, colpito al ventre. Un maresciallo tentò allora,
a guardia dei cavalli ed alcuni di loro accorsero per recuperare il carabiniere Da Campo esanime a
verso il luogo dello scontro per dare man forte. terra, di ottenere una tregua parlamentando.
All’uomo che sparava con il fucile, intanto sdraiatosi Durante la trattativa si comprese che all’interno del-
a terra, se ne aggiunse un altro che, armato di mo- l’abitazione si trovavano il bandito Giuseppe Massaro
schetto modello ‘91, il cui rumore di carica e fuoco con il pregiudicato ventiquattrenne Giovanni Girgenti,
non era inusuale per i militari, offriva fuoco di co- anche questi colpito da mandato di cattura spiccato
pertura al compagno malfattore. dall’autorità giudiziaria di Sciacca, in quanto sodale
I due ribaldi parevano avere una buona scorta di della famigerata banda Grisafi, e Antonino Lo Forte,
munizioni, considerato che la loro azione di fuoco il quale nella sua abitazione aveva garantito fino ad
non si interrompeva se non per ricaricare le armi, e allora la latitanza dei due.
certamente una buona dimestichezza nel farne uso. Giunsero di rinforzo, come indicato dal Delegato di
Il Toscano, quindi, nel buio della notte turbata dagli P.S. Toscano, molti altri carabinieri con guardie di
schioppi delle armi, gridò con quanto fiato aveva in città e militari di cavalleria, aggregati ai limitrofi co-
gola l’ordine di far parsimonia delle munizioni di cui mandi dell’Arma, la cui sola presenza gettò i malviventi
ognuno disponeva e di sparare soltanto a colpo nello sconforto e li indusse a trattare la resa. I banditi
sicuro! I due malfattori immediatamente indirizzarono chiesero la presenza sul posto del Sindaco di Villafranca
la loro azione di fuoco nel punto in cui avevano Sicula oppure di un altro notabile locale, tale dottor
udito la voce del comandante del servizio, facendo Russo, ma il diniego di entrambi a presentarsi indusse
volare via, con una prima scarica di colpi, il berretto gli assassini a chiedere del Delegato di P.S. di Ribera,
dalla testa del Toscano e ferendolo poi al petto, tanto che non sapevano di aver già ferito gravemente. Una
da dover essere accompagnato da due uomini presso scaltra guardia scelta, Saverio Amato, affermò allora
il comando dell’Arma di Ribera. Da qui il Delegato
di P.S. diede ordine di raccogliere tutta la forza di-
sponibile da inviare presso la località Cute, teatro
dello scontro.
La notte era trascorsa e si era oramai alle prime ore
del mattino, ma i due delinquenti continuavano a
tener testa alla forza che li braccava. All’accerchiamento
i due malfattori riuscivano a contrapporre una tenace
resistenza e, dopo il Toscano, venne ferito anche il
carabiniere Da Campo che aveva coraggiosamente
tentato di guadagnare una più favorevole posizione
di attacco. Al colpo ricevuto il povero militare urlò
al bandito esclamando con dolore: «Ah… mi hai
ammazzato!» Udita la voce i due indirizzarono con
maggiore precisione i loro fucili e nel fuoco che
investì il giovane carabiniere alcune micidiali pallottole
dum-dum – munizioni che si espandono al contatto
110 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO II