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aree protette


          UNA FORESTA TRA DUE MARI





              Gli ultimi scampoli della duna selvaggia nel cuore della Maremma toscana


         Q      ualche migliaio di anni fa, quando l’Argentario  dici chilometri, attraverso la duna, si giunge quindi a

                era un’isola, si formò un bassofondo su cui sor-
                                                              Porto Ercole.
                ge Orbetello, poi i fiumi con i loro sedimenti e le  La Feniglia nel 1700 si presentava come una zona
          loro correnti, più o meno violente, determinarono la for-  molto boscosa dove si erano insediate prevalentemente
          mazione di due lingue sabbiose, la più antica delle qua-  le specie caratteristiche della Macchia Mediterranea,
          li è indubbiamente quella della Feniglia. La Duna Fe-  sclerofille sempreverdi, querce sempreverdi di leccio e
          niglia, è una striscia di terra di 474 ettari, situata nel Co-  sughero. Il Comune di Orbetello, allora proprietario dei
          mune di Orbetello e geologicamente appartiene al    terreni che attualmente costituiscono la Foresta
          quaternario recente. È una spiaggia emersa da poco, pro-  Demaniale, Duna Feniglia, nel 1804 procedette alla lo-
          babilmente su bassofondo di calcare retico, ma  il de-  ro vendita. I terreni furono acquistati in piccoli lotti da
          posito sabbioso, che nell’insieme costituisce la Feni-  proprietari terrieri, che iniziarono a farne un uso disor-
          glia, può anche attribuirsi a depositi eolici.      dinato con tagli e pascolamenti irrazionali, fino alla qua-
          Le sabbie che in precedenza erano ritenute essenzial-  si scomparsa della vegetazione danneggiata, tra l’altro,
          mente silicie, sono invece risultate dalle analisi preva-  dagli impetuosi venti di libeccio. La Feniglia senza al-
          lentemente calcaree. Mentre geologicamente parlando,  cun riparo montuoso che la proteggesse, in breve tempo,
          la terra su cui è sorto Orbetello risulta prevalentemente  divenne una striscia di nuda sabbia, in balia dei venti do-
          formata da incrostazioni sabbioso – calcaree, che si so-  minanti. Le sabbie, quindi, soprattutto sotto l’azione del
          no formate in epoca quaternaria antica, i due tomboli di  libeccio, cominciarono a muoversi in direzione Sud-
          Feniglia e Giannella appartengono ad epoca più recen-  Nord, cioè dal mare verso la laguna, dando inizio al-
          te. La Duna Feniglia è raggiungibile da Orbetello con  l’interramento dello specchio d’acqua e creando laghi,
          una strada che, lasciata quella di Porto Ercole, si inol-  piscine e bassi fondali, che favorivano così la presenza
          tra nel Tombolo omonimo; essa attraversa la pineta e  della malaria, già notevole a quei tempi in tutta la
          conduce fin sotto il poggio di Ansedonia, su la cui cima  Maremma. Ma poiché la laguna era la vita di Orbetello,
          sorgono le mura ed i ruderi della città di                         soprattutto per la  pesca, perché fonte di
          Cosa che fu colonia romana                                                  reddito per i cittadini e per
          nel II secolo a.C.. Con                                                           l’Amministrazione
          un tragitto di ap-                                                                    Comunale, il fat-
          pena un-                                                                                  to che la la-











                                                                                                              U. D’Autilia





















          Tombolo di Feniglia (GR).


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