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aree protette


          guna  diventasse una palude preoccupò non poco. Come  2 Giugno del 1910, in forza della quale la Feniglia per-
          primo rimedio quindi  fu avviata la costruzione di cana-  venne al Demanio forestale e venne affidata
          li allaccianti la laguna al mare, per favorire l’afflusso di  all’Amministrazione Forestale, che iniziò i lavori di ri-
          acqua e al contempo agevolare l’ingresso dei pesci in la-  sanamento e rimboschimento nel 1911 con un regolare
          guna. Tali opere non sortirono l’esito sperato, tanto che  progetto. I lavori prevedevano due ordini di interventi:
          l’Amministrazione Comunale intorno al 1900, evidenziò  - opere di difesa consistenti nella formazione di una di-
          l’inadeguatezza dei provvedimenti adottati e quindi il  ga litoranea;
          pericolo incombente per la città. Per vari motivi, ma so-  - lavori di rimboschimento mediante semina e pianta-
          prattutto per l’opposizione dei proprietari, i primi prov-  gioni.
          vedimenti reali, per ostacolare l’azione dei venti e della  Fu costruita una graticciata di 60 metri dalla linea
          sabbia, si ebbero solo  a seguito della legge Luzzati del  dell’alta marea, altre verso l’interno, in direzione dei


            LA GESTIONE DELLA RISERVA

               La Duna Feniglia è oggi amministrata dal Corpo Forestale dello Stato, tramite l’Ufficio di Follonica della
            Gestione ex A.S.F.D..
               La Gestione della Riserva è rivolta soprattutto al mantenimento delle molteplici funzioni che la foresta deve
            assolvere ed in particolare l’attenzione è posta verso gli aspetti produttivi, protettivi ed estetico ricreativi. La fun-
            zione produttiva viene espletata dalla fascia centrale di duna, dove vegeta la pineta di pino domestico, con no-
            tevoli peculiarità produttive ed estetiche. In tale fascia, secondo un piano di Gestione elaborato dal Corpo
            Forestale dello Stato, vengono eseguiti interventi colturali che mirano sostanzialmente alla selezione dei migliori
            soggetti, a scapito delle piante malformate, aduggiate o sottoposte ed a favorire l’affermazione del sottobosco.
               I diradamenti e le potature tendono a migliorare le piante presenti dal punto di vista produttivo migliorando la
            produzione del seme concentrandola sulle piante più vigorose.
               La prima fascia verso il mare espleta prioritariamente la funzione protettiva, costituendo un vero e proprio ba-
            luardo contro l’ingresso dei venti marini. Dal punto di vista selvicolturale questa fascia necessita, dove possibi-
            le, del rimpiazzo delle piante che nel corso degli anni sono state eliminate, orientandosi su specie rustiche in gra-
            do di resistere ai venti salsi e alle condizioni climatiche estreme per aridità e soleggiamento.
               Non meno importante delle precedenti è la funzione estetico ricreativa che la Riserva assolve. L’accesso al-
            l’area protetta è regolamentato, anche in ottemperanza a quanto disposto dall’articolo 2 del Decreto ministeria-
            le di Istituzione, che così recita: “Entro il perimetro della riserva è consentito l’accesso esclusivamente per ra-
            gioni di studio, per fini educativi per escursioni naturalistiche, per compiti amministrativi e di vigilanza nonché ri-
            costitutivi di equilibri naturali, restando vietata qualsiasi attività antropica”.
               È ben evidente che il Decreto del Ministero dell’Agricoltura e Foreste non sottrae al pubblico godimento que-
            sto meraviglioso lembo di foresta, ma ne impone un uso corretto, così che tutti possano goderne, anche le ge-
            nerazioni future. Quella che è stata una proprietà privata è quindi diventata un bene di cui tutti possono libera-
            mente fruire, purchè si comportino con animo modi ed intenti naturalistici. All’interno della riserva è presente un
            Comando Stazione Forestale specificatamente incaricato di compiti di sorveglianza e controllo, oltre che di co-
            ordinamento della gestione. Inoltre negli immobili presenti viene ospitato un distaccamento AIB che è stato isti-
            tuito nel 1975. Tale nucleo di pronto intervento ed elevata specializzazione e meccanizzazione trova impiego in
            tutta la provincia di Grosseto. L’attività del personale forestale all’interno della riserva è volta al controllo e alla
            sorveglianza ambientale al fine di prevenire ed eventualmente reprimere reati a danno dell’Ambiente. In quest’ultimi
            anni, in sintonia con gli indirizzi politici e programmatici del Ministero, si è dato particolare risalto al servizio di
            istituto a cavallo all’interno della terra.
               Effettuare un controllo del territorio mirato, ma allo stesso tempo efficace e discreto, utilizzando un mezzo di
            spostamento che consenta da una parte il raggiungimento di zone poco raggiungibili; dare visibilità alle istitu-
            zioni, con un’immagine benevola, rassicurante e suggestiva; prevenire, reprimere reati ed azioni illecite nei con-
            fronti dell’ambiente e del patrimonio.
               Ai fini della difesa antincendio, allo scopo quindi di preservare l’area della Duna Feniglia è in corso di realiz-
            zazione un impianto di telerilevamento AIB in grado di operare sia nel visibile che nell’infrarosso, per il rilevamento
            automatico di focolai al loro stadio iniziale. Il sistema di telecontrollo potrà essere inoltre utilmente impiegato nel-
            la divulgazione naturalistica e nell’educazione ambientale, in quanto consentirà di disporre di immagini signifi-
            cative in tempo reale che potranno all’occorrenza essere immesse in rete nel web.
               Per queste finalità, attenendosi alle disposizioni derivanti dal decreto Ministeriale di istituzione della Riserva,
            l’Amministrazione Forestale che ha la tutela e la gestione della foresta, opera attentamente perché l’area ven-
            ga conservata e mantenuta nell’attuale stato, sia per conoscere la naturale evoluzione delle formazioni foresta-
            li, sia perché si conservi un paesaggio forestale di indubbio pregio estetico, storico ed educativo, degno di es-
            sere mantenuto integro per il godimento delle nostre generazioni e di quelle future.




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