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aree protette


                                           Archivio Storico CFS Follonica  La terza fascia si presenta con formazioni stentate di
                                                              pino domestico.
                                                                 Dal 1954 la pineta è inscritta nel Libro Nazionale dei
                                                              Boschi da Seme  e dal 1970, in considerazione degli alti
                                                              valori naturalistici e culturali, la Feniglia è stata catalo-
                                                              gata tra i biotipi di rilevante interesse vegetazionale, me-
                                                              ritevole di conservazione in Italia. Nel 1971 a seguito di
                                                              tali riconoscimenti, con Decreto del Ministero
                                                              dell’Agricoltura e delle Foreste, la Duna Feniglia, fu di-
                                                              chiarata ”Riserva Forestale di Protezione” in relazione al-
                                                              la prevalente funzione che la foresta assolve nei riguar-
                                                              di del fissaggio della duna e del miglioramento delle
                                                              condizioni edafiche.
                                                                 La varietà faunistica della riserva è piuttosto scarsa.
                                                              Prima dei lavori di rimboschimento la zona era frequen-
                                                              tata dal cinghiale che è stato, successivamente, allonta-
          Veduta parziale della Duna Feniglia prima dell’inizio dei lavori di rimbo-  nato perché provocava danni ai giovani impianti di pino.
          schimento.                                          Attualmente la popolazione di questo ungulato continua
                                                              a costituire una minaccia per i rimboschimenti. Altra
          venti dominanti e dove il movimento della sabbia era  componente fondamentale è il daino che è stato introdotto
          maggiore.                                           con pochi esemplari provenienti dalla Tenuta
             I lavori di rimboschimento, iniziati nel 1912, si basa-  Presidenziale di Castelporziano, negli anni cinquanta,
          rono su semine e piantagioni di pino marittimo verso il  anche con lo scopo di limitare la diffusione di latifoglie
          mare e di pino domestico verso l’interno, cercando così  invadenti. Tale piccolo nucleo originario si è espanso
          di proteggere le semine con piantagioni.            tanto da costringere, in tempi recenti, a operazioni di
             Oltre al pino marittimo e domestico, nei rimboschi-  contenimento mediante catture. La mammalofauna au-
          menti furono impiegati pioppi del Canada, Cupressus  toctona è costituita da volpe, tasso, faina, puzzola,donnola
          macrocarpa, Pinus halepensis e Robinia pseudoacacia.  ed altri mustelidi e roditori.
          Attualmente però la Robinia è quasi scomparsa, sia per
          la densità acquisita dal piano arboreo, sia per la presen-                         UMBERTO D’AUTILIA
          za di daini che ne hanno determinato un forte controllo.
             I lavori hanno portato alla creazione di un bosco di cir-
          ca 460 ettari, ripartiti in 320 ettari di pineta di produzio-
          ne e 124 ettari di pineta di protezione, la restante porzio-
          ne di terreno è costituita da latifoglie e piccoli appezza-
          menti di terreno ancora da rimboschire.
             Da un punto di vista vegetazionale la Feniglia risulta
          suddivisa in tre fasce parallele adiacenti, che si estendo-
          no dal mare verso l’interno: la prima è occupata dalla ve-
          getazione dunale litoranea prospiciente e costituisce la fa-
          scia di protezione; la seconda, è occupata da una pineta
          adulta di pino domestico, e la terza, ancora coperta da pi-
          no domestico e latifoglie. Dal punto di vista floristico la
          fascia litoranea è la più interessante, perché si  differen-
          zia dalla zona delle specie pioniere a diretto contatto con
          i venti marini, ed è stata riscontrata la presenza di specie
          erbacee alofite quali, l’eringio, il giglio marino, l’elicri-
          so, ammofila e nelle zone cacuminali è anche  presente
          il ginepro coccolone e qualche esemplare di pino marit-
          timo, tamerici e trifoglio della sabbia; mentre nelle zone
          retrostanti si trovano il lentisco, la filiera e ancora pino
          marittimo e arbusti come il rosmarino o le specie erbacee
          o lianose.
             La fascia centrale è la più estesa e ricopre una certa
          importanza per la raccolta dei semi di pino domestico, che
          in parte vengono destinati alla riproduzione  e in parte al-
          l’industria alimentare. Sono frequenti specie arbustive
          tipiche della macchia, quali la fillirea, lentisco, mirto ed
          erica arborea, il leccio la sughera e alcuni frassini, allo-
          ro e olivastro.


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