Page 25 - Il Carabiniere 2018-3
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                              La Storia















                 AL FREDDO



                 E AL GELO                                             LINDA

                                                                           di
                                                                        BERNI



                       oma, 21 gennaio 2016. Ma-  trazioni sono troppo distanti l’una  zero e per qualche interminabile secondo
                       rilena ha freddo, tanto freddo  dall’altra perché il parto possa essere  abbiamo temuto per la sorte del piccolo,
                 R mentre cerca di scaldare con  imminente. Così l’avevano congedata,  immobile tra le braccia della madre. Per
                 il suo stesso corpo al limite dell’ipo-  ripetendole che ci sarebbero voluti  fortuna, però, tutto è andato nel migliore
                 termia il bimbo che ha appena messo  ancora dei giorni, prima che il suo  dei modi. Dopo aver prestato i primi
                 al mondo. L’ha partorito lì, sull’erba  bambino decidesse di sottrarsi al caldo  soccorsi a mamma e figlio, siamo riusciti
                 rorida di umidità, aiutata solo da un  abbraccio della placenta. Ma lei non  a rintracciare i paramedici e a portarli
                 marito più giovane e inesperto di lei e  era convinta, e presto avrebbe scoperto  da loro. In breve Marilena e il neonato
                 da un cielo che sembra lontanissimo,  di avere ragione.        erano in ospedale, dove le cure di medici
                 in questa notte senza stelle. Trentaquat -  Tutto si compirà nel cuore della notte,  e infermieri hanno fatto sì che il freddo,
                 tro anni lei, ventotto lui, sono arrivati  in pochi, drammatici minuti. Le acque  la paura e il dolore diventassero un ri-
                 in Italia dalla Romania dove, ci rac-  che si rompono, i dolori che lacerano  cordo». «In 39 anni di servizio», aggiunge
                 contano, Marilena ha lavorato come  la carne, lo strappo di una vita che  il Brigadiere Cristina, «me ne sono ca-
                 psicologa e Adrian come contadino,  pretende di avere inizio. Più volte un  pitate di tutti i colori: rapine da sventare,
                 giardiniere e tuttofare. Non potevano  padre disperato comporrà il numero  risse da sedare, vite da salvare senza
                 immaginare che, arrivati in quell’Italia  del 118 per chiedere aiuto; più volte i  esitare a mettere a repentaglio la propria,
                 apparentemente abbastanza grande e  paramedici tenteranno di raggiungere  ma mai ho provato un’emozione simile
                 generosa per accogliere chiunque fosse  quel fazzoletto d’erba in cui una madre  a quella che mi ha investito la notte in
                 in cerca di fortuna, sarebbero finiti in  sta ormai stringendo al petto un fi-  cui ho visto quella creatura, in apparenza
                 un alloggio abbandonato nella periferia  glioletto che proprio non ce l’ha fatta,  esanime, riprendere a respirare».
                 di Roma, tra i ruderi dell’ippodromo  ad aspettare il momento giusto per  Due anni dopo, Marilena, Adrian e
                 di Tor di Valle; e ancor meno potevano  nascere. Ma la notte è troppo scura e  David stanno bene, anche se le difficoltà
                 prevedere che il loro primo figlio  la boscaglia troppo fitta perché i sanitari  non mancano per chi, come loro, vive
                 sarebbe nato così, all’addiaccio, senza  riescano ad orientarsi. Ci riusciranno,  ai margini di una città incapace di ascol-
                 un medico né un’ostetrica a guidarlo  di lì a poco, due Carabinieri in servizio  tare le tante, troppe richieste di aiuto.
                 lungo la strada che conduce alla vita.   presso il Nucleo Radiomobile di Roma:  La loro famiglia si è poi allargata tre
                 Marilena ci aveva provato, a partorire  il Maresciallo Mario Moltoni e il Bri-  mesi fa, con l’arrivo di una sorellina.
                 in ospedale, e quella mattina stessa si  gadiere Alfio Cristina. «Quando siamo  Anche per lei, due genitori poco più
                 era presentata al Pronto soccorso di-  arrivati seguendo le grida dei due ge-  che ragazzi sognano un futuro diverso,
                 chiarando di avere le doglie. Ma i me-  nitori», racconta il Maresciallo Moltoni,  fatto di un lavoro, una scuola e una casa
                 dici avevano scosso la testa: è ancora  «mamma e figlio erano cianotici. La  decente. Di un’infanzia che per loro,
                 presto, le avevano assicurato, le con-  temperatura era scesa a due gradi sotto  probabilmente, non c’è stata mai.




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