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La Storia
AL FREDDO
E AL GELO LINDA
di
BERNI
oma, 21 gennaio 2016. Ma- trazioni sono troppo distanti l’una zero e per qualche interminabile secondo
rilena ha freddo, tanto freddo dall’altra perché il parto possa essere abbiamo temuto per la sorte del piccolo,
R mentre cerca di scaldare con imminente. Così l’avevano congedata, immobile tra le braccia della madre. Per
il suo stesso corpo al limite dell’ipo- ripetendole che ci sarebbero voluti fortuna, però, tutto è andato nel migliore
termia il bimbo che ha appena messo ancora dei giorni, prima che il suo dei modi. Dopo aver prestato i primi
al mondo. L’ha partorito lì, sull’erba bambino decidesse di sottrarsi al caldo soccorsi a mamma e figlio, siamo riusciti
rorida di umidità, aiutata solo da un abbraccio della placenta. Ma lei non a rintracciare i paramedici e a portarli
marito più giovane e inesperto di lei e era convinta, e presto avrebbe scoperto da loro. In breve Marilena e il neonato
da un cielo che sembra lontanissimo, di avere ragione. erano in ospedale, dove le cure di medici
in questa notte senza stelle. Trentaquat - Tutto si compirà nel cuore della notte, e infermieri hanno fatto sì che il freddo,
tro anni lei, ventotto lui, sono arrivati in pochi, drammatici minuti. Le acque la paura e il dolore diventassero un ri-
in Italia dalla Romania dove, ci rac- che si rompono, i dolori che lacerano cordo». «In 39 anni di servizio», aggiunge
contano, Marilena ha lavorato come la carne, lo strappo di una vita che il Brigadiere Cristina, «me ne sono ca-
psicologa e Adrian come contadino, pretende di avere inizio. Più volte un pitate di tutti i colori: rapine da sventare,
giardiniere e tuttofare. Non potevano padre disperato comporrà il numero risse da sedare, vite da salvare senza
immaginare che, arrivati in quell’Italia del 118 per chiedere aiuto; più volte i esitare a mettere a repentaglio la propria,
apparentemente abbastanza grande e paramedici tenteranno di raggiungere ma mai ho provato un’emozione simile
generosa per accogliere chiunque fosse quel fazzoletto d’erba in cui una madre a quella che mi ha investito la notte in
in cerca di fortuna, sarebbero finiti in sta ormai stringendo al petto un fi- cui ho visto quella creatura, in apparenza
un alloggio abbandonato nella periferia glioletto che proprio non ce l’ha fatta, esanime, riprendere a respirare».
di Roma, tra i ruderi dell’ippodromo ad aspettare il momento giusto per Due anni dopo, Marilena, Adrian e
di Tor di Valle; e ancor meno potevano nascere. Ma la notte è troppo scura e David stanno bene, anche se le difficoltà
prevedere che il loro primo figlio la boscaglia troppo fitta perché i sanitari non mancano per chi, come loro, vive
sarebbe nato così, all’addiaccio, senza riescano ad orientarsi. Ci riusciranno, ai margini di una città incapace di ascol-
un medico né un’ostetrica a guidarlo di lì a poco, due Carabinieri in servizio tare le tante, troppe richieste di aiuto.
lungo la strada che conduce alla vita. presso il Nucleo Radiomobile di Roma: La loro famiglia si è poi allargata tre
Marilena ci aveva provato, a partorire il Maresciallo Mario Moltoni e il Bri- mesi fa, con l’arrivo di una sorellina.
in ospedale, e quella mattina stessa si gadiere Alfio Cristina. «Quando siamo Anche per lei, due genitori poco più
era presentata al Pronto soccorso di- arrivati seguendo le grida dei due ge- che ragazzi sognano un futuro diverso,
chiarando di avere le doglie. Ma i me- nitori», racconta il Maresciallo Moltoni, fatto di un lavoro, una scuola e una casa
dici avevano scosso la testa: è ancora «mamma e figlio erano cianotici. La decente. Di un’infanzia che per loro,
presto, le avevano assicurato, le con- temperatura era scesa a due gradi sotto probabilmente, non c’è stata mai.
IL CARABINIERE - MARZO - 2018 99