Page 35 - Notiziario 2017-5
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PAGINE DI STORIA













                 POSSIBILI SIGNIFICATI DELLE FIGURE
                   ARALDICHE CHE COMPONGONO
                      IL BLASONE DEI CARABINIERI
            Gli elementi che ritroviamo negli stemmi dei Carabinieri
            (in diversi accostamenti tra di loro) sono, come figure,
            l’aquila  di  Savoia,  la  croce  di  Savoia,  il  serpente,  la
            granata dirompente, il leone (o la branca di leone) e la
            quercia; come smalti o metalli, sempre il rosso e l’azzurro,
            talvolta l’oro.
            Come detto, il primo stemma fu concesso con R.D.
            del 27 maggio 1935, che il Re volle accompagnare
            con biglietto di suo pugno, datato 5 giugno di quel-
            l’anno, precisando nel conferimento “ai Carabinieri
            Reali, nell’annuale ricorrenza della loro festa d’Arma,
            di far uso di stemma araldico recante nel campo la
            croce di Savoia e in capo ad esso l’aquila della mia
            Casa. Sono certo che da questo privilegio i Carabinieri
            sapranno  trarre  nuovi  motivi  per  accrescere  quei
            sentimenti di disciplina e di abnegazione che da oltre
            un secolo hanno posto a Servizio della Patria”.           BIGLIETTO DI RE VITTORIO EMANUELE III DEL 5 GIUGNO 1935
            Prima di addentrarci sul possibile significato delle pezze
            onorevoli e delle figure di quel primo blasone, è interes-  alcuna spiegazione di quanto scelto. In carta da bollo si
            sante  soffermarci  sulla “singolare”  procedura  seguita  rivolgeva, quindi, al Capo del Governo, Primo Ministro
            dal Generale di Corpo d’armata Enrico Asinari di San    e Segretario di Stato, manifestando l’interesse affinché
            Marzano, allora Comandante Generale, per richiedere     “l’Eccellenza Vostra [voglia] provocare da S.M. il Re la
            la concessione dello stemma, sulla base dei documenti   concessione all’Arma di uno stemma araldico – di cui si
            contenuti nel fascicolo n.12194, conservato presso l’Ar-  unisce il modello”, e proseguiva con la descrizione del-
            chivio Centrale dello Stato. In data 24 marzo 1935, con  l’arme, come sopra citata. La richiesta includeva una
            due distinti documenti, il Comandante Generale scriveva  spiegazione  delle  figure  araldiche  proposte:  si  tratta,
            (in carta semplice) a S.M. il Re, rivolgendo “sommessa  quindi, dell’interpretazione autentica del significato at-
            preghiera alla Maestà Vostra di volersi degnare concedere  tribuito  dall’Arma  alle  pezze  onorevoli  ed  alle  figure
            all’Arma dei Carabinieri l’uso di stemma araldico rap-  scelte. Il Comandante Generale precisava che “lo stemma
            presentato da uno scudo italico di rosso alla croce d’ar-  riproduce,  nel  suo  insieme,  la  caratteristica  dinastica
            gento col capo d’azzurro all’aquila di Savoia, cimato   insita  nel  nome  stesso  di  carabinieri  reali (ecco  il
            dalla corona reale e sostenuto da due fasci littori con  riferimento all’aquila di Savoia posta in capo ed alla
            l’ascia all’esterno. Nei cantoni, alternate, una granata  croce di Savoia posta nel campo, spiegazione peraltro
            dirompente  ed  una  mano  che  stringe  un  serpente.  Il  confermata dal sopracitato biglietto del Re del 5 giugno
            tutto accompagnato in punta da una lista accartocciata  1935) mentre nei simboli, situati nei cantoni, raffigura
            d’azzurro,  caricata  del  motto,  già  concesso  all’Arma,  con la granata dirompente il carattere militare dell’Arma
            Nei secoli fedele”. Supplica, quindi, che non conteneva  e con la mano che stringe il serpente, le sue specifiche




                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 35
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