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PAGINE DI STORIA
giustifichino la elevazione dei soggetti di essi ad elevato
rango di nobiltà”. Nella parte storica, partendo dalla
fondazione con le Regie Patenti del 1814, risulta molto
interessante “l’attacco di discendenza” con cui si
esordisce, citando l’origine delle funzioni dei Carabinieri
nel Corpo di Polizia per le provincie di Novara, Vigevano
e Lomellina, fondato con Regio Viglietto da Vittorio
Amedeo III il 2 agosto 1791 (corpo poi sciolto, in
seguito alla convenzione di Alessandria del 15 giugno
1800), e nella costituzione a Pinerolo, sin dal 1726, di
tre compagnie di Dragoni, inviate e incaricate della si-
curezza pubblica nel Regno di Sardegna (strettamente
inteso come territorio dell’Isola). Quest’ultime cessarono
di esistere nel 1822 quando furono, per l’appunto, in-
corporate nei Carabinieri reali, ma non prima di aver
subìto trasformazioni e cambi di denominazioni: nel
1777 “Dragoni leggeri di Sardegna”, nel 1798 Cavalleggeri
di Sardegna, nel 1818 Moschettieri di Sardegna e nel
1822, fino al loro scioglimento, Cacciatori Reali. Carlo
Felice, con decreto del 4 marzo 1823, incorporò i Cac-
ciatori Reali nel Corpo dei Carabinieri Reali di Sardegna,
istituiti nel 1822. In tale prospettiva potremmo far
datare al 1726 la fondazione dell’Arma dei Carabinieri,
ma tremiamo all’idea di dare il via all’organizzazione TERZO STEMMA ARALDICO DELL’ARMA (19 GENNAIO 1977)
degli eventi per la celebrazione del terzo centenario tra
soli 9 anni! La parte storica si conclude con l’elencazione duplici sono le funzioni dell’Arma) di smalti diversi,
delle medaglie conferite alla Bandiera. rosso ed azzurro. La scelta di tali colori viene motivata
La sintesi araldica muove, pertanto, dalle seguenti pre- in più modi: sia perché sono i colori tradizionali
messe: l’impossibilità di inserire nello scudo pezze dell’Arma, già presenti nel precedente stemma, al fine
araldiche riferite a singoli episodi storici perché sarebbero di conservarlo e tramandarlo nella sua base sostanziale
troppe; la necessità di porre in evidenza la duplice sia perché il rosso viene descritto come “indicante il
funzione di attività in tempo di guerra e dei compiti valore l’ardire ed il coraggio” mentre l’azzurro “l’amor
d’Istituto in tempo di pace; il risalto della grande gloria patrio e la fedeltà”, riprendendo, quindi, i significati
militare, testimoniata dalle onorificenze, in primis dalle araldici già codificati dagli autori, di cui già si è sopra
allora due medaglie d’oro al valor militare; il carattere detto. Per meglio significare la gloria militare dell’Arma,
della funzione di repressione dell’insidia all’ordine e inoltre, veniva deciso di includere nello scudo un capo
alla sicurezza pubblica; la considerazione dello stemma d’oro ed inserirvi ancora una pezza onorevole (un palo
del 1935. Da qui le deduzioni per la blasonatura. Parti- d’azzurro), il quale, suddividendo in due parti uguali il
zione dello scudo: da tagliare, secondo una direzione capo, desse chiara indicazione della duplice medaglia
onorevole, per suddividerlo in due parti uguali (come d’oro al valor militare.
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO II 39