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menti e mangimi di migliore qualità in maggiore quantità, ma anche
          composti chimici e combustibili biocompatibili da materia prima rinno-
          vabile alternativa al petrolio, garantendo in questo modo sicurezza e
          qualità alimentare, riduzione degli inquinamenti ambientali e dei cam-
          biamenti climatici, rappresenta la principale soluzione alla crescente ri-
          chiesta di cibo derivante dalla progressiva crescita della popolazione
          mondiale e alla diminuzione delle materie prime tradizionali e non rin-
          novabili. Non solo, la bioeconomia rigenera l’ambiente, limita la perdita
          di biodiversità e le grandi trasformazioni nell’uso del suolo, creando
          nuova crescita economica e occupazionale, a partire dalle specificità e
          le tradizioni locali, in particolare nelle aree rurali, costiere e industriali
          provate dall’attuale crisi economica, in linea con i principi contenuti
          nell’Agenda Junker per l’Occupazione, la Crescita, l’Equità e il Cambia-
          mento Democratico. Infine l’uso efficiente delle risorse biologiche rin-
          novabili,  con  una  produzione  primaria  più  sostenibile  e  sistemi  di
          trasformazione più efficienti per la produzione di alimenti, fibre e altri
          prodotti a base biologica con un minor utilizzo di fattori produttivi,
          minor produzione di rifiuti e di emissioni di gas serra, come la valoriz-
          zazione dei rifiuti organici provenienti dall’agricoltura, dalle foreste,
          dalle città e dall’industria (in primis alimentare), garantiscono alla bioe-
          conomia un ruolo chiave nell’ambito dell’economia circolare.


          PERCHÉ UNA STRATEGIA NAZIONALE SULLA
          BIOECONOMIA?


          L’implementazione delle azioni menzionate poc’anzi richiede ricerca e
          innovazione (R&I) dirette a rafforzare gli ambiti produttivo-industriali
          di cui sopra e ad integrarli, creando nuove o più lunghe catene di valore,
          calate sul territorio, unitamente ad azioni di formazione ed informazione
          specifiche. Serve anche una visione condivisa fra le istituzioni e i prin-
          cipali attori pubblico-privati del settore relativamente alle opportunità
          economiche, sociali ed ambientali dello stesso, alle sfide connesse all’at-
          tuazione di una bioeconomia integrata nel territorio e alle azioni di im-
          plementazione necessarie. L’Europa si è data già nel 2012 una strategia
          ambiziosa nel settore, prevedendo importanti finanziamenti a sostegno
          della R&I nell’ambito di Horizon 2020 e della Public Private Partnership
          “Bio-based Industries”, nonché la creazione del “Bioeconomy Panel” (DG
          RTD) in funzione di advisor, del “expert group on biobased products” (DG
          GROW) a sostegno del mercato dei bioprodotti e l’affidamento al Joint


           8           I Quaderni                             Rivista Tecnico-scientifica ambientale
                                                              dell’Arma dei Carabinieri
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