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L’Italia che frana: cause e possibili rimedi
velocità di spostamento sono invece condizionate da precipitazioni
FOCUS prolungate. È possibile stimare attraverso modelli empirici la relazione
che intercorre tra eventi meteorici e innesco di frane, allo scopo di defi-
nire valori di soglia delle precipitazioni (Govi et alii, 1985; Crosta &
Frattini, 2000). A tal fine è indispensabile disporre di dati pluviometrici
accurati e riferiti ad un intervallo di tempo sufficientemente lungo e di
notizie certe sulla data di attivazione delle frane.
Le relazioni definite tra precipitazioni e franosità, valide soprattutto
per fenomeni nei terreni della copertura superficiale tipo soil slip e cola-
te rapide di fango o detrito, hanno significato solo all’interno di aree
con caratteristiche geologiche e climatologiche omogenee. Le soglie
pluviometriche di innesco, separando il campo della stabilità da quello
dell’instabilità, consentono di attivare le procedure di allerta e allarme
per la salvaguardia della popolazione.
Un notevole ruolo nell’innesco dei fenomeni franosi è dato dallo
scuotimento sismico, affatto trascurabile in gran parte delle nostre aree
montuose e collinari. Ad esempio, centinaia di frane, prevalentemente
crolli ma anche numerose frane rotazionali, sono state provocate dagli
eventi sismici della Calabria nel 1783, del Friuli nel 1976 e dell’Irpinia
nel 1980 (Porfido et alii, 2002).
Ruolo della vegetazione nella stabilità dei versanti
La copertura vegetale svolge un’importante funzione nella stabilità
dei versanti, contrastando l’azione disgregatrice degli agenti atmosferici
tramite azioni di tipo meccanico ed idrologico.
Le azioni di tipo meccanico sono svolte essenzialmente dall’appara-
to radicale, che protegge il suolo dai processi erosivi dovuti alle acque
dilavanti, rinforza il terreno aumentandone la resistenza al taglio e ten-
de ad ancorare lo strato superiore instabile al substrato stabile.
L’efficacia di tale azione dipende chiaramente dalle specie vegetali
coinvolte.
Lungo un versante con copertura vegetale densa, la velocità di de-
flusso delle acque è circa un quarto di quella che si avrebbe, a parità di
pioggia, su suoli privi di vegetazione e, di conseguenza, l’azione erosiva,
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che varia con il quadrato della velocità, può scendere fino a un sedicesi-
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