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Il fenomeno della desertificazione in Italia
rali e degli stessi processi di rigenerazione (a esempio, azione fuoco nel-
la rinnovazione delle pinete mediterranee, coinvolgimento degli animali FOCUS
al pascolo nella dispersione dei semi e dei frutti e nella germinazione
dei semi). In ogni caso, il degrado della vegetazione e del suolo può ri-
sultare limitato se l’intensità della pressione da parte dei fattori di de-
grado non supera la intrinseca resilienza degli ecosistemi (Corona,
2005).
In condizioni bioclimatiche quali quelle italiane, la desertificazione
(sensu lato) non è dunque una conseguenza ineluttabile dell’attuale feno-
meno dei cambiamenti climatici: essa si è storicamente verificata, e tut-
tora si verifica, soprattutto in particolari congiunzioni tra fattori am-
bientali predisponenti e pressioni antropiche sulle risorse naturali, e co-
munque mai in assenza di queste ultime.
3. La UNCCD configura il quadro istituzionale di riferimento al-
l’interno del quale sviluppare, in ciascuna nazione, gli interventi di na-
tura politica, programmatoria e pianificatoria. In particolare, l’art. 10
della UNCCD prevede che i Paesi affetti da desertificazione adottino e
realizzino nel quadro di specifici Programmi di azione nazionali (PAN)
tali interventi. Per l’attuazione della UNCCD, il Governo italiano ha
istituito (D.P.C.M. del 26 settembre 1997) un organismo tecnico multi-
disciplinare, il Comitato nazionale per la Lotta alla siccità e alla deserti-
ficazione (CNLSD). Il Comitato, tra le sue attività istituzionali, ha pre-
disposto il PAN, adottato nella Deliberazione 229/99 del Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE).
Il principio ispiratore del PAN per l’implementazione degli interven-
ti di lotta alla desertificazione sul territorio nazionale è una forte azione
di integrazione tra il livello nazionale e quello locale. Il PAN prevede, in
ottemperanza dell’art. 20 D.L.vo 152/99, che siano le Regioni e le
Autorità di Bacino a individuare nei rispettivi territori di competenza le
aree vulnerabili alla desertificazione e a definire le proposte d’interventi
prioritari da adottare nelle aree a rischio, da articolare intorno a quattro 6
settori di intervento prioritari: a) protezione del suolo; b) gestione so- n.
stenibile delle risorse idriche; c) riduzione di impatto delle attività pro- - II
duttive; d) riequilibrio del territorio.
Anno
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