Page 56 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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Figura 1: effetti del miele una ferita.
L’ambiente umido che si viene a creare a contatto con il fondo della ferita, in
aggiunta al richiamo di fluidi per l’alta osmolarità del prodotto, nonché
l’azione di alcune molecole in esso contenute (KRISHNAKUMAR et al., 2020),
aiutano la rimozione dei tessuti necrotici (il cosiddetto debridment) o delle
escare (escarectomia) (YILMAZ e AYGIN, 2020) in maniera sicuramente meno
dolorosa di una lama.
Allo stesso modo, la ricchezza soprattutto di zuccheri, ma anche, seppur in
maniera molto minore, di vitamine e aminoacidi, crea un ambiente idoneo
alla neoangiogenesi (SCEPANKOVA et al., 2021), indispensabile per ogni
processo riparativo.
In aggiunta, il miele ha anche attività anti-infiammatorie ed
immunomodulatorie favorevoli alla guarigione e rigenerazione tissutale,
che lo rendono utilizzabile in molti tipi di ferite: traumi, ustioni, piede
diabetico, ulcere vascolari, ferite chirurgiche infette e/o necrotiche.
Oltre a questi effetti antibatterici e angiogenetici, indispensabili all’inizio
dell’evoluzione di una ferita, questo prodotto ha anche effetti
antinfiammatori, necessari per passare dalla fase di infiammazione a quella
di proliferazione (Figura 2), evitando quindi quella flogosi cronica
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