Page 59 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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- con effetti nocivi verso gli impollinatori, come peraltro è già previsto
dalla recentissima legge che ha approvato dallo scorso 17 agosto il
Regolamento (UE) 2024/1991, conosciuto come “Nature Restoration
Law”;
- tutelare le biodiversità in modo da poter disporre di diversificate
aree mellifere.
Conclusioni
Scopo del lavoro è ricordare e far conoscere un utilizzo di un prodotto
naturale mai dimenticato e capace di offrire nuove armi contro i
microrganismi antibioticoresistenti. Un ultimo fattore che merita una
crescente attenzione è anche che produrre miele è sicuramente più
economico ed ecologico rispetto ai farmaci o alle medicazioni.
Il miele, infatti, nella vulnologia, ovvero l’arte medica di curare le ferite è
storicamente da sempre utilizzato come principale, se non addirittura unica,
medicazione per le ferite.
Nel XIX-XX secolo, però, la messa a punto di vari disinfettanti, acqua
ossigenata in primis, che fu scoperta nel 1818, nonché un primo
miglioramento delle condizioni igieniche e secondariamente lavorative,
ridussero le infezioni e la necessità di medicazioni con vari prodotti, miele
in particolare, che rischiò addirittura l’“estinzione” con la messa a punto
degli antibiotici e la loro diffusione, cominciata con la seconda guerra
mondiale ed “esplosa” nei venti anni successivi. I grossi investimenti delle
case farmaceutiche dovevano essere ripagati con la vendita
e competitors scomodi a basso costo (ed anche meno efficaci, va detto per
onestà intellettuale), vennero marginalizzati, fino a farli quasi scomparire o
impiegare in patologie limitate.
Fu proprio grazie alla diffusione degli antibiotici che il miele è ricomparso
sulla scena, a causa del fenomeno dell’antibiotico-resistenza dei batteri e
della necessità di trovare prodotti alternativi a cui i microrganismi fossero
sensibili. Se poi riflettiamo sul fatto che il miele può essere utilizzato
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