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Conclusione - Il futuro: Hazard Analysis and Risk-based Preventive
Controls (HARPC)?
Come premesso, l’intero apparato normativo della UE in materia di igiene
dei prodotti alimentari e delle correlate attività di CU è fondato
sull’applicazione del sistema HACCP , che viene, pertanto, considerato
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l’unico strumento operativo efficace in termini di lotta alla minaccia
bioterroristica. Le stesse FF.AA., seppure con le loro peculiarità, agiscono in
tale contesto, nel quale, come analizzato, divengono essenziali la verifica e
la vigilanza sulle procedure di autocontrollo poste in essere dagli Operatori
del Settore Alimentare (OSA) appaltatori per i servizi indicati (gestione
esternalizzata).
Negli USA, dal 15 settembre 2015, il metodo HACCP è stata oggetto di
aggiornamento da parte della Food and Drug Administration (FDA),
attraverso il c.d. Food Safety Modernization Act (FSMA), un pacchetto
normativo che obbliga tutte le aziende che producono, manipolano,
detengono e/o stoccano prodotti alimentari destinati al mercato statunitense
ad adottare un Sistema di Gestione della Sicurezza Alimentare (SGSA) in
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linea con quanto definito dal regolamento sui Preventive Controls for Human
Food.
Per la materia trattata, sono di particolare interesse due rilevanti aspetti
differenziali tra la nuova metodica, definita, per l’appunto, Hazard Analysis
and Risk-based Preventive Controls (HARPC) e quella HACCP:
1. la tipologia di rischi presi in considerazione (Hazard Analysis), in quanto,
mentre l’HACCP individua tre categorie di pericolo (biologico, chimico e
fisico) da contaminazione accidentale naturale per la sicurezza
alimentare, l’HARPC ne considera dodici, tra cui, in particolare, i pericoli
introdotti intenzionalmente (azioni intenzionali di contaminazione e atti
di bioterrorismo);
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37 Il metodo, che si articola sui due momenti fondamentali della valutazione del rischio e
dell’individuazione delle misure per il controllo dei pericoli, è subordinato alla presenza dei c.d. pre-
requisiti e si articola sui sette principi elaborati dal Codex Alimentarius (1993).
38 Vedasi sull’argomento la norma UNI EN ISO 22000:2018.
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