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in  tutta l'area  tagliata, fornendo una struttura più uniforme al bosco dopo
               le operazioni di abbattimento. Al contrario, il BSM dispone le matricine in
               una fascia o striscia che corre parallelamente alle curve di livello del terreno.
               Questa  tecnica  crea  una  disposizione  più  organizzata  e  sistematica,
               concentrando gli alberi rimanenti in aree specifiche e seguendo la topografia
               naturale del terreno. Il BSM può rendere le pratiche di gestione forestale,
               come la ripiantumazione e la manutenzione, più efficienti grazie al layout
               organizzato delle matricine. Inoltre, può anche aiutare a ridurre l'erosione
               del suolo e a gestire il flusso dell'acqua in modo più efficace, poiché gli alberi
               agiscono come barriere per rallentare il deflusso.
               Questo  approccio  può  essere  particolarmente  vantaggioso  nelle  aree
               soggette a erosione o con terreno irregolare. Grazie alla fascia di matricine
               che agisce come corridoio ecologico, questo metodo può anche portare a una
               riduzione della perdita di biodiversità animale e vegetale e può garantire la
               conservazione  dei  flussi  genici.  Tali  bande  possono  agire  anche  come
               barriere  antivento,  riducendone  l'effetto  a  seguito  del  taglio  e,  infine,
               nascondono  meglio  la  vista  delle  aree  spoglie,  simulando  una  copertura
               senza soluzione di continuità dei pendii con un reale miglioramento a livello
               paesaggistico.
               Per valutare l’efficacia in termini quantitativi della matricinatura a bande, è
               stato condotto un esperimento sul campo in cui sono state create due aree
               sperimentali  (plots)  affiancate:  una  impiegando  la  matricinatura
               convenzionale,  tipico  della  gestione  dei  boschi  cedui  italiani,  e  l'altra
               implementando  la  matricinatura  a bande.  L'esperimento è  stato  condotto
               all'interno  di  un  bosco  misto  con  forma  di  governo  a  ceduo  nel  Parco
               Nazionale della Maiella. Al taglio, è seguita l’installazione di un prototipo
               innovativo  di  apparato  di  monitoraggio  dell'erosione  denominato
               Diabrosimetro   o   nella   forma    anglofona    Natural   Erosion  Trap  (NET),
               specificamente progettato per gli ambienti forestali. A intervalli regolari, e
               in particolare dopo eventi di tempesta significativi, i sedimenti e la lettiera
               di  foglie  accumulati  all'interno  delle  aree  di  erosione  sono  stati  raccolti,
               essiccati e pesati per quantificare i tassi di erosione e valutare l'efficacia dei
               metodi selvicolturali in esame.



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