Page 98 - Silvae MAggio Agosto
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garantito quotidianamente alle truppe da parte dell’amministrazione
militare e, pertanto, gli uomini erano costretti ad acquistare i prodotti
necessari pagandoli di tasca propria; per tale motivo, a partire dal XII sec.,
iniziarono a svilupparsi presso gli accampamenti i c.d. “mercati militari”,
veri e propri empori dove gli abitanti del territorio, sollecitati dalle Autorità
locali, spesso previ accordi preventivi, vendevano vettovaglie e altri beni alle
truppe. I carri trasportavano per lo più farina, vino e una ridotta quantità di
carne salata, per le cui forniture l’esercito si affidava solitamente a privati,
attraverso il ricorso allo strumento dell’appalto.
Considerato il basso quantitativo di carne attestata, è assai probabile che
l’apporto proteico fosse garantito da pesce, uova e pollame che l’esercito
poteva trovare nelle località poste lungo il proprio cammino, tanto più che i
soldati rispettavano i “giorni di magro”, sostituendo la carne con pesce (sia
fresco che salato), uova, formaggi e legumi.
Il pane, in particolare, era l’alimento quantitativamente più rappresentato,
ma, al contrario del vino e della carne salata, doveva essere consumato
fresco, per evitare l’aumento della consistenza e lo sviluppo di muffe: per
questo motivo, soprattutto nel corso degli assedi, gli eserciti chiedevano alle
comunità del proprio dominio dei panettieri, per trasformare
quotidianamente la farina trasportata in pane . Napoleone Bonaparte era
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ben consapevole della fondamentale importanza dell’alimentazione per
mantenere efficiente un esercito; tuttavia, per l’Imperatore, il sistema di
sussistenza restò un cruccio: sempre inefficiente e per la maggior parte delle
occasioni gestito da veri e propri ladroni, per i quali non ebbero un effetto di
deterrenza neppure le continue promesse di punizione, che potevano
arrivare fino alla fucilazione. D’altra parte, la debolezza di tale sistema è
intrinseco al concetto stesso di “guerra lampo” adottato dal generale
francese, in quanto gli approvvigionamenti, per lo più su carri trainati da
buoi, non erano in grado di conformarsi alla velocità di manovra richieste
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22 In considerazione del volume occupato, era molto più agevole trasportare grossi quantitativi di farina
piuttosto che di pane; il pane, inoltre, rischiava di giungere raffermo, a casua della lentezza dei
trasporti. Infine, non va dimenticata l’importanza della presenza dei fornai, in quanto un pane mal
cotto poteva provocare forme di dissenteria.
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