Page 19 - Silvae MAggio Agosto
P. 19

L’Europa  è  senza  dubbio  il  principale  produttore  di  olio  d’oliva,
               rappresentando più del 70% della produzione mondiale.
               Tra le varie tipologie di olio d’oliva, quelli la cui produzione e il consumo è
               in  perenne  crescita,  sono  i  prodotti  di  alta  qualità,  i  DOP  e  gli  IGP.
               Nella  filiera  olivicola-olearia  troviamo  varie  figure  importanti  nella
               produzione e trasformazione del prodotto, dall’ovicoltore al frantoio, fino
               alle industrie di prima e seconda trasformazione, in grande espansione nel
               nostro Paese, in quanto si occupano dell’acquisto di oli italiani o stranieri,
               della   formazione  del   blend  ( miscela ),  dell’ imbottigliamento   e   della
               rivendita  al  distributore  finale.   Naturalmente,    oli    di    diversa    tipologia
               possono   essere legalmente miscelati. Il bending consiste nella capacità di
               abbinare oli con caratteristiche diverse nelle giuste proporzioni, ottenendo
               un prodotto superiore rispetto agli ingredienti di partenza.
               Secondo  la  normativa  comunitaria  però,  non  ogni  blend  è  in  grado  di
               generare  un  olio  commercializzabile  come  extravergine  d’oliva,  ma  solo
               quello  che  contempla  gli  ingredienti  già  tutti  conformi  alla  normativa
               vigente e appartenenti alla stessa classe merceologica.
               Tuttavia,  applicando  metodologie  accurate,  un’azienda  olearia  di
               trasformazione  può  inserire  nella  miscela  anche  un  olio  davvero  molto
               scadente ed ottenere un prodotto finale comunque conforme ai parametri
               chimici ed organolettici dell’extravergine di oliva.
               L’illegal  blending   consiste  ad   esempio   nel   taglio  di   olio   vergine  ed
               extravergine con oli di qualità inferiore, spesso lampanti, ma trattati in modo
               tale da eliminarne tutti i difetti organolettici e chimici, oppure mediante il
               collegamento  di  serbatoi  d’olio  contenenti  prodotti  scadenti  ad  altri
               contenenti  prodotti  di  qualità,  per  poi  miscelarli  con  il  sostegno  di  un
               software  apposito  in  grado  di  ottenere  un  prodotto  finale  con  parametri
               chimici e organolettici in linea con quelli richiesti dalla normativa europea
               per gli extravergini d’oliva.
               La criminalità agroalimentare è mutata negli anni, come detto in precedenza
               non  si  tratta  più  di  contraffazioni  grossolane  e  facilmente  desumibili  da
               un’analisi  a  campione  (es.  miscelazione  con  olio  di  semi  e  aggiunta  di
               clorofilla  colorante )   ma   di    frodi    molto   più   sofisticate   difficilmente



                                                  19
   14   15   16   17   18   19   20   21   22   23   24