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resistente alle brezze marine e alla salsedine; il CORBEZZOLO (Arbutus unedo L.)
           o Ciliegia Marina dai frutti eduli che maturano in inverno; gli arbusti profumati
           come il ROSMARINO (Rosmarinus officinalis L.), il LENTISCO (Pistacia lentiscus L.),
           il  MIRTO  (Myrtus  communis  L.),  l’ILATRO  COMUNE  (Phyllirea  latifolia  L.)  e
           l’OLEANDRO (Nerium oleander L.); inoltre sono presenti le querce xerofile tipiche
           del sud Italia quali il FRAGNO (Quercus trojana Webb.), la QUERCIA SPINOSA
           (Quercus coccifera L.), la SUGHERA (Quercus suber L.); presenti infine anche le
           pinacee termofile: il PINO MARITTIMO (Pinus pinaster Aiton), il PINO D’ALEPPO
           (Pinus halepensis Mill.), il PINO DOMESTICO (Pinus pinea L.).
           2)  “fascia  mesomediterranea”  (Lauretum  freddo):  tipici  di  questa  fascia  e
           presenti nell’arboreto sono l’OLIVO (Olea europaea L.), l’ALLORO (Laurus nobilis
           L.) detto anche “Lauro”, dalle foglie coriacee profumatissime, considerato dalla
           civiltà greca e romana albero “nobile” e il LECCIO (Quercus ilex L.).
           3) “fascia sopramediterranea” (Castanetum caldo): salendo idealmente ancora
           un po' di quota nell’arboreto si incontrano specie tipiche del Castanetum caldo
           quali  la  ROVERELLA  (Quercus  pubescens  Willd.),  anch’essa  quercia  frugale
           rispetto  a  quelle  dei  piani  basali  inferiori  precedentemente  citate,  ma  più
           esigente  in  termini  di  umidità,  l’ACERO  CAMPESTRE  (Acer  campestre  L.),  il
           CARPINO NERO (Ostrya carpinifolia Scop.) e l’ORNIELLO (Fraxinus ornus L.).
           4) “fascia medioeuropea” (Castanetum freddo): in questa zona il clima diventa
           più “continentale”, cioè non è più influenzato dal mar Mediterraneo. Presente
           nell’arboreto  e  tipico  di  questa  fascia  fitoclimatica  è  il  CASTAGNO  (Castanea
           sativa  Mill.);  sono  presenti  inoltre  il  CERRO  (Quercus  cerris  L.),  il  FRASSINO
           MAGGIORE (Fraxinus excelsior L.), il CARPINO BIANCO (Carpinus betulus L.) e il
           TIGLIO (Tilia cordata Miller).
           5) “fascia montana” (Fagetum): sugli Appennini, al di sopra dei 1000 mt s.l.m., la
           specie predominante è il FAGGIO (Fagus silvatica L). Nell’arboreto della Scuola
           ce ne sono alcuni esemplari, tutti nello stesso posto come a formare una piccola
           stazione forestale, unitamente all’ACERO DI MONTE (Acer pseudoplatanus L.) e
           ad alcune specie ombrivaghe come il TASSO (Taxus baccata L.) e l’AGRIFOGLIO
           (Ilex  aquifolium  L.).  Presente  anche  l’ABETE  BIANCO  (Abies  alba  Mill.)
           caratterizzato dalla corteccia color grigio chiaro che si mantiene non fessurata
           sino a tarda età, dagli strobili rivolti verso l’alto, emessi solo ad età avanzata
           (oltre i 40 anni) e dalle due linee stomatifere bianche sulla pagina inferiore della
           foglia a forma di ago.
           6)  “piano  montano  superiore  o  fascia  subalpina”  (Picetum):  il  viaggio
           immaginario si conclude in alta montagna sulle Alpi, dove le specie predominanti




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