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Monitoraggi contro la minaccia alla biodiversità forestale


            L’Italia parteciperà al progetto attraverso il C.F.S. (da me rappresenta-
            to), che ha il ruolo di coordinare tutti gli enti di ricerca già coinvolti nel
            Programma CONECOFOR (C.R.A.-Istituto Sperimentale Nutrizione
            Piante, C.R.A.-Istituto Sperimentale Selvicoltura, Università di Firenze,
            Università di Camerino, CNR-Istituto Studio Ecosistemi, CNR-IBAF),
            oltre al Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale del C.F.S. (Bosco
            della Fontana, Verona). Il programma apporta al C.F.S. un finanzia-
            mento pari a circa 400.000 euro, che contribuisce allo sviluppo di
            nuove attività, già previste nell’ambito del Programma CONECOFOR,
            su biodiversità e cambiamenti climatici. Le attività sono organizzate in
            Gruppi di lavoro internazionali. I gruppi di lavoro ai quali partecipa
            l’Italia sono cinque:
               1) rete di ricerca a lungo termine sugli ecosistemi (riferimento
                  Marco Ferretti, Università di Firenze);
               2) valutazione e cambiamenti della biodiversità (riferimento il sotto-
                  scritto);
               3) impatto dei principali fattori sui cambiamenti della biodiversità
                  (riferimento Giuseppe Scarascia Mugnozza, CNR-IBAF);
               4) strategie di conservazione della biodiversità (riferimento il sotto-
                  scritto);
               5) previsioni sui cambiamenti della biodiversità (riferimento Giorgio
                  Matteucci, CNR-IBAF).


            La Rete “LTER - Italia”
               La partecipazione del Corpo Forestale dello Stato al progetto
            “ALTER-Net” ha offerto anche la possibilità di riprendere le iniziative
            volte alla formale costituzione di una rete italiana di ricerche ecologi-
            che a lungo termine “LTER-Italia”, avviate da alcuni anni dal C.F.S. in
            collaborazione con la Società Italiana di Ecologia, il Dipartimento di
            Scienze Ambientali dell’Università di Parma, il DISAFRI
            dell’Università della Tuscia, l’Istituto di Scienze Marine del CNR,
            l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR e il Laboratorio di
            Biologia Marina dell’Università di Trieste. Recentemente, anche              .2
            l’A.P.A.T. (Dip. Difesa della Natura) ha deciso di co-promuovere l’ini-      oI-n
            ziativa.                                                                     n
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