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Contributo per la realizzazione di un Arboreto in Roma
e la disposizione tassonomica delle collezioni, riunite in gruppi di specie,
quali: le betulle, gli ontani, i frassini, i pioppi, i pini, gli abeti, i cipressi, le
rose, i rododendri, i lillà, le querce e tante altre. Specie che assommano in
totale ad oltre 25mila, di cui alcune migliaia nelle loro zone di origine sono
a rischio di estinzione.
Alla luce delle considerazioni suesposte è oltremodo indispensabile
creare in Italia, ed in particolare in una città come Roma, crocevia socio-
culturale dell’area mediterranea, un Arboreto che diventi agli occhi del
mondo espressione, immagine e proiezione dell’intero Paese nell’arte delle
scienze botaniche applicate. Con la concreta possibilità di scambi e rela-
zioni internazionali che ne sviluppino fortemente il senso ed il contenuto.
Istituzione, tuttavia, da ideare e strutturare in modo tale che la popola-
zione ne possa godere e che, comunque, occorre affidare ad un organismo
che ne curi l’organizzazione, lo studio, la ricerca, la razionale gestione e
quant’altro serva a conservarla adeguatamente e ad arricchirla nel tempo.
Il Corpo forestale dello Stato, avvalendosi della consulenza scientifica del
mondo universitario, attraverso l’Accademia Italiana di Scienze Forestali,
possiede uomini (agronomi, forestali, biologi, naturalisti, geologi, ingegne-
ri, economisti, giuristi, ecc.) e mezzi per adempiere a questo impegno,
oltremodo complesso, che onorerebbe non solo la Nazione ma l’Europa
intera. Sarebbe anche un tangibile segno di riconoscenza verso gli uomini
che, con spirito di abnegazione e talvolta pure con la vita, hanno saputo
difendere le stupende foreste ammirabili dalle Alpi alla Sicilia e nelle altre
isole che caratterizzano il nostro meraviglioso Paese, un dì considerato, a
giusta ragione, il Giardino d’Europa.
È a tutti noto, infatti, che le attività dell’uomo hanno portato ad un sen-
sibile regresso delle superfici già regno di vegetali allo stato spontaneo. Di
conseguenza talune specie sono scomparse o quanto meno si sono con-
tratte di numero, senza considerare la situazione di particolari ecotipi o
cultivars evocata soltanto nei ricordi. Diminuzioni o sparizioni che hanno
eroso il patrimonio vegetale da cui i genetisti avrebbero potuto attingere
per selezionare individui resistenti a malattie o parassiti non debellabili
con gli ordinari mezzi biologici e/o chimici.
L’arboreto, nella sua strutturazione, può assolvere egregiamente al
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compito di conservazione e di potenziamento della biodiversità (funzioni,
peraltro, istituzionali del C.F.S.), particolarmente per quelle specie, arbu-
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