Page 88 - Supplemento Rassegna 2017-2
P. 88

CONCLUSIONI



               la regione del Sahel - continua ad alimentare, nel Mediterraneo, l’imponente e
               ineludibile fenomeno migratorio irregolare, sempre più connotato dal carattere
               emergenziale e dal profilo umanitario. Una situazione che favorisce il prolifera-
               re e il radicarsi di network criminali, fortemente competitivi e flessibili.
                    In tale scenario, emerge una relazione di tipo “triangolare” che richiede la
               necessità di agire parallelamente e sinergicamente - a livello politico-diplomati-
               co e militare – su tre variabili: la lotta ai fenomeni terroristici, il contrasto alla
               rete criminale che trae profitto dai flussi migratori e il contributo al manteni-
               mento della stabilità dei Paesi della sponda nordafricana e mediorientale del
               Mediterraneo. Solo un’azione consapevole dei governi e della comunità inter-
               nazionale verso tale approccio “tridimensionale”, consentirà di far progredire il
               difficile  processo  di  stabilizzazione,  comportando  effetti  benefici  sull’intera
               regione; fermo restando che non si può stabilire un unico nesso causale tra le
               citate tre componenti, ed, in particolare, tra terrorismo e fenomeno migratorio.
               Un’esigenza che ci chiama ad un impegno interdisciplinare e a 360 gradi, attra-
               verso un whole-of-government approach che richiede non solo una più incisiva
               azione da parte degli apparati giuridici, di intelligence e di sicurezza, ma anche
               una più articolata e sinergica cooperazione tra le diverse realtà istituzionali coin-
               volte.
                    Di conseguenza, non si possono intraprendere misure volta a contrastare
               traffici illeciti e lo sfruttamento dei migranti senza metterle a sistema con le
               azioni di contrasto al terrorismo e di supporto alla stabilità in favore dei Paesi
               interessati, ad esempio con concreti progetti di Capacity Building. La storia dei
               più recenti impieghi di contingenti militari in aree di crisi ha, infatti, dimostrato
               che le attività di “capacity building” - e, per lo specifico ambito di impiego delle
               forze di polizia ad ordinamento militare, quelle connesse con lo “stability poli-
               cing” - rappresentano elementi irrinunciabili delle moderne operazioni di stabi-
               lizzazione e di ricostruzione post-conflittuale e stanno divenendo al contempo
               un elemento centrale di azioni di tipo “pre-emptive” volte alla proiezione di sta-
               bilità.
                    Si tratta, tra l’altro, di forme di intervento che, data la loro peculiarità,
               richiedono una profonda expertise, da acquisirsi nel tempo attraverso l’impiego
               operativo e la piena e corretta metabolizzazione delle lezioni apprese sul campo.

               86
   83   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93