Page 50 - Supplemento Rassegna 2017-2
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III PANEL: LO SVILUPPO DELLA POLIZIA DI STABILITÀ



               mix di poliziotto e militare, che caratterizza gli appartenenti all’Arma. Tuttavia,
               se  è  facile  mantenere  immutati  i  particolari  ingredienti  di  una  ricetta,  meno
               lo è per l’elemento umano.
                    Veniamo al concreto: ho avuto modo di conoscere i Carabinieri in missio-
               ni di pace fin dal lontano 1989, in Namibia, dove era stazionato un nucleo del
               Tuscania e in ognuno di loro notavo distintamente la preponderanza dell’anima
               “Arma” su quella del paracadutista dell’esercito. Ebbene, nel corso degli anni
               quel mix decisamente vincente forse si è parzialmente modificato. Mi riferisco
               ai reparti maggiormente impiegati all’estero che, oltre al citato Tuscania, sono i
               reggimenti mobili di Laives-Bolzano e Gorizia, dato che l’utilizzo all’estero di
               personale della territoriale si è ridotto. E pertanto, volendo stimolare la rifles-
               sione e dare un consiglio non richiesto, direi di tenere a mente che i reparti
               impiegati all’estero devono mantenere la propria identità di carabinieri distinta
               da quella dei pur ottimi membri dell’esercito. L’omologazione non giova. Sono
               considerazioni che ho avuto modo di fare più volte con il padre nobile del
               Tuscania e fondatore della MSU, Leonardo Leso, ricordando che i suoi ragazzi
               devono rimanere sempre, soprattutto e prima di ogni altra cosa Carabinieri, con
               quella particolare vocazione al dialogo con le popolazioni.
                    L’ammiraglio ComCoi qui presente sa meglio di tutti noi - essendo stato
               lui stesso alla guida del ComSuBin prima e di tutte le Special Forces successiva-
               mente - che di forze speciali e d’élite prettamente militari le nostre forze armate
               sono ben dotate e che all’occorrenza sa dove pescare, mentre se ha bisogno di
               Carabinieri ha solo … i Carabinieri.
                    Questa speciale formula ha fatto superare in ambienti internazionali l’er-
               rata convinzione secondo cui il ruolo dei carabinieri in peacekeeping dovesse
               essere relegato a quello di polizia militare e che pertanto in determinate missio-
               ni la priorità  dovesse essere assegnata ai corpi di polizia a status civile.
                    L’amico e collega d’Afghanistan Ken Deane ha toccato con mano il valore
               e lo spessore dei Carabinieri. A Kabul aveva sopra di lui un vice capomissione
               del calibro del generale Rocca, mentre a Bruxelles, nel dipartimento delle ope-
               razioni UE che dirige - e colgo l’occasione per elogiare la sua leadership - ha
               alle sue dipendenze una dozzina di ufficiali di indiscusse capacità  dal generale
               Bruno ai colonnelli Pelosi e Matteuzzi.

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