Page 49 - Supplemento Rassegna 2017-2
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DOTT. ANDREA ANGELI
E quindi gli appuntati Genco e Sorrentino di stanza a Delhi che per quat-
tro anni sono stati una sorta di fratelli-migliori amici per i fucilieri Latorre e
Girone, ascoltando pazientemente i loro legittimi sfoghi e prodigandosi in ogni
modo per rendere la loro permanenza in India meno amara.
Potrei continuare con molti altri esempi, ma vorrei utilizzare il tempo a
disposizione per menzionare un’altra categoria di appartenenti all’Arma, che
indirettamente entrano in questo convegno. Giorni fa il New York Times tito-
lava in prima pagina “When the Wife of a Soldier Hears a Knock at the
Door”, leggendo il pezzo e sapendo di venire qui ho ripensato ai tanti coman-
danti di stazione che negli ultimi anni hanno avuto l’ingrato compito di bussare
alla porta di ignare famiglie di caduti - sia militari che civili, come nel caso del
responsabile della Cooperazione Marco Beci il 12 novembre 2003 - e che sono
diventati vita natural durante i loro principali consolatori.
Prima di trattare gli argomenti del secondo panel, vorrei fare due annota-
zioni all’intervento del generale Coppola. Quando ha menzionato l’impegno
dell’Arma nei Balcani non ha citato la pattuglia di 23 carabinieri inviata in seno
all’Amministrazione europea di Mostar nella primavera del 1995, in piena guer-
ra. Un’omissione giustamente dovuta in ottemperanza al “conflitto d’interessi”,
dato che fu guidata egregiamente proprio da suo fratello Maurizio. Ho voluto
ricordare questa missione perché oltre a rappresentare un presidio significativo
per il raggiungimento della pacificazione nella città martoriata costò la vita al
comandante Ermanno Fenoglietti, un ufficiale per anni in prima linea nella lotta
alla mafia siciliana. Va aggiunto poi, come curiosità storica, che già durante la
prima guerra mondiale i carabinieri si distinsero nella difesa del trecentesco
monastero di Dečani in Kosovo.
Poi, sempre Vincenzo Coppola, parlando di un approccio comprensivo
nelle missioni di pace, ha colto nel segno citando la necessità di occuparsi anche
del sistema carcerario e a tal proposito vorrei citare la felice intuizione ai primi
del duemila dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli che
distaccò dieci poliziotti penitenziari nella casa circondariale kosovara di
Dubrava, co-gestita dall’Amministrazione ad interim delle Nazioni Unite.
Venendo al concetto di evoluzione di impiego all’estero va detto che i
Carabinieri hanno avuto successo in virtù di quella formula, ovvero quel giusto
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