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IL RUOLO DELL’ARMA NEL CONTRASTO AL TERRORISMO: IL RAGGRUPPAMENTO
OPERATIVO SPECIALE CARABINIERI
favore gli equilibri di forza, fanno ricorso a tecniche non convenzionali, per
sfruttare il fattore sorpresa ed i punti deboli dello Stato. Tecniche che fanno
riferimento a una vera e propria strategia, attraverso il clima di paura generato
dalla violenza diffusa nell’opinione pubblica, mira a influenzare la vita politica
per trarne un vantaggio, anch’esso “politico”. Per questa ragione, il terrorismo,
al di là del numero delle vittime che è in grado di provocare, rappresenta una
minaccia alla sicurezza e all’esistenza stessa degli Stati, specie quelli democratici.
In questo clima di violenza, paura diffusa e sostanziale impreparazione delle
Istituzioni nell’affrontare la “nuova” minaccia, venne a maturare l’intuizione del
Generale Carlo Alberto dalla Chiesa: costituire un Nucleo di Carabinieri, “dedi-
cati in via esclusiva” allo specifico compito di contrastare il terrorismo. Le origini
sono collegabili all’episodio del rapimento del magistrato Mario Sossi (18 aprile -
23 maggio 1974) da parte delle Brigate Rosse. All’indomani della sua liberazione
il Ministro dell’Interno, Paolo Emilio Taviani, fece istituire il “Nucleo Speciale di
polizia giudiziaria” di Torino (o “Nucleo Speciale Antiterrorismo” dagli stessi
componenti soprannominato “Nucleo Scintilla”), alle dipendenze, appunto, del
Generale dalla Chiesa, allora Comandante della I^ Brigata Carabinieri. Nel set-
tembre del 1974, dopo pochi mesi dalla creazione di questa nuova unità, motivata
dall’inadeguatezza complessiva delle tecniche investigative tradizionali per il con-
trasto delle organizzazioni terroristiche, furono raccolti i primi successi con la cat-
tura di Renato Curcio e Alberto Franceschini, fondatori delle BR.
Il 1974 fu anche l’anno della caduta eroica del Maresciallo Maggiore Felice
Maritano(2) entrato a far parte, lui comandante per oltre dieci anni di una delle
(2) - Questa la motivazione con la quale il sottufficiale fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor
Militare alla Memoria: Già più volte decorato al valor militare e dieci volte solennemente encomiato per brillanti
e rischiose operazioni di polizia giudiziaria, chiamato -su sua reiterata richiesta - a far parte di un nucleo speciale
di Polizia Giudiziaria per la lotta contro il terrorismo, si distingueva -per intelligente capacità professionale e per
coraggiosa dedizione al dovere - in una serie di azioni che conducevano fra l’altro a disarticolare una organizza-
zione eversiva, da tempo costituitasi per colpire e sovvertire le istituzioni dello Stato, ed a catturarne taluni peri-
colosi esponenti. Da ultimo, offerto si volontario per capeggiare rischioso appiattamento notturno presso una base
operativa della banda armata, riusciva ad intercettare uno dei banditi, che affrontava con determinazione e coscien-
te sprezzo del pericolo, anteponendo la propria persona a quella dei dipendenti. Benché colpito gravemente al petto
.dal fuoco del malvivente, persisteva nella sua decisa reazione, sino a ferire l’aggressore e -ormai morente - ad inci-
tare i suoi uomini a catturarlo. Decedeva poco dopo, immolando in difesa della legge la sua esistenza e lasciando
ai posteri un fulgido esempio di elette virtù militari e di esaltante dedizione al dovere. Piemonte, Emilia,
Lombardia e Robbiano di Mediglia (Milano), 27 maggio -15 ottobre 1974.
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