Page 144 - Rassegna 3-2016
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IL TERRORISMO NELLO SCENARIO MONDIALE

      nonostante il concetto di gamification sia stato introdotto in epoca relativa-
mente recente, da oltre un decennio, il gioco in rete contestualizzato nel jihad è
stato sfruttato per la sua caratteristica di orientare i comportamenti dei più gio-
vani, avvicinarli alla causa qaedista - più recentemente al Califfato - ed impartire
una educazione di fondo al combattimento. Alla base delle scelte di Dā‘ish
quindi, ancora una volta, i meccanismi psicologici sui quali incidere per facilita-
re il reclutamento e la fidelizzazione dei giovani, perfettamente esplorati ed
acquisiti dal nuovo terrorismo internazionale; aspetti peraltro già di per sé peri-
colosi per la nostra società, in relazione alla consapevolezza di quanto l’estre-
mizzazione dei giochi di ruolo e di combattimento comporti, sin dagli albori del
fenomeno, il rischio oggettivo di far oltrepassare ogni barriera morale all’utente,
in una progressiva confusione tra realtà virtuale e realtà effettiva.

      peraltro, appare di interesse come, dalla breve analisi dell’informazione
circolata in ordine all’attentato del 13 novembre a parigi, cui è dedicato il suc-
cessivo capitolo v, emerga tra l’altro l’ipotesi, non del tutto infondata, che il
commando di terroristi jihadisti sia ricorso, nella fase preparatoria degli inter-
venti, alle opportunità di comunicazione offerte dalle più aggiornate console di
videogame - in particolare quelle prodotte da Sony ed Xbox - che consentono
scambi tra giocatori o gruppi ristretti di utenti, non soltanto tramite chat inter-
ne, ma anche a viva voce, con un elevato livello di crittografia. A riguardo, si
ritiene meritevole di apprezzamento anche la sempre maggiore diffusione di
prodotti ludici integrati con produzioni cinematografiche, fruibili su piattafor-
me diverse.

      Il già richiamato trailer“Flames of War”, lanciato da al-Hayat Media Center
per Dā‘ish nel settembre 2014, precede di poco “Grand Theft Auto: Salil al-
Sawarim”, personalizzazione jihadista del richiamato “Grand Theft Auto”: l’ap-
prendista terrorista urbano prende il posto dell’apprendista ladro di auto. Il
gioco riprende peraltro il titolo di un video di propaganda sulla marcia delle
milizie del Califfato dalla Siria all’Iraq, diffuso nel mese di marzo precedente da
al-Furquan Media Center, denominato Salil al-Sawarim, visionato da decine di
migliaia di persone. I destinatari del messaggio, disseminato sulla medesima
piattaforma, appartengono verosimilmente a fasce di età diverse, sfruttando
l’effetto eco realizzato tra diverse tipologie mediali.

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