Page 48 - Numero Speciale 2024
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I CARABINIERI DEL 1944 - IL REGNO D’ITALIA



                  Nella notte tra il 4 e il 5 giugno 1944, il dispositivo militare fu attivato pro-
             cedendo all’occupazione degli obiettivi assegnati insieme alla componente più
             politica del movimento di Resistenza. Così parla Tamassia: Un inconveniente non
             posso tacere relativo all’azione dei CC.RR. ai quali il gen. di C.A. Angelo Cerica, coman-
             dante superiore dell’arma, diramò un ordine di adunata generale alla caserma di Piazza S.
             Lorenzo in Lucina; mentre la Legione CC.RR. operante con la V armata alleata, agli ordini
             del ten.col. Carlo Perinetti a sua volta svolse un’azione contraria a quella dei CC.RR. della
             nostra organizzazione, non riconoscendo loro in primo tempo nessuna autorità ad operare. I
             due fatti tra di loro indipendenti, concorsero nel creare uno stato di disagio fra i carabinieri;
             molti nuclei si sciolsero completamente, senza neppure avvertire i comandi territoriali (sottoset-
             tore, settore ecc.) da cui dipendevano; e la massa, isolatamente, si presentò e si inquadrò nelle
             formazioni della legione proveniente dall’Italia meridionale […] ma una minore partecipazio-
             ne da parte di autorità ed enti provenienti da fuori ed un maggior rispetto e maggiore conside-
             razione dell’azione organizzativa svolta dal fronte clandestino di resistenza (che doveva essere
             noto) mi sembra sarebbero state assai opportune.
                  Tale situazione creatasi dall’incomprensione tra i Carabinieri che raggiun-
             gevano Roma e quelli già presenti usciti dalla clandestinità per garantire una
             situazione già normalizzata, come ricorda Tamassia, fu foriera di problemi pro-
             prio per i Carabinieri. Costretti a nascondersi, inseriti tra i bersagli preferiti delle
             polizie fasciste e dei tedeschi, i Carabinieri pagarono un alto prezzo in termini
             di vite umane e di sofferenze materiali.
                  Tuttavia, è anche importante sottolineare che la difficoltà di riconoscersi
             tra uguali fu superata in poco tempo. Si crede che già la mattina del 5 giugno la
             questione possa essere stata superata tenuto conto che il generale Caruso, libe-
             rato  da  poco  dalle  carceri  di  via  Tasso,  aveva  raggiunto  gli  altri  ufficiali  in
             Campidoglio dove avrebbe incontrato sia il tenente colonnello Pollock, sia gli
             uomini del Servizio Informazioni Militari ricostituito nei territori liberati, sia
             ancora il tenente colonnello Perinetti.
                  Effettivamente  l’8  giugno  il  generale  Caruso  consegnò  il  suo  FCRC  al
             tenente  colonnello  Perinetti,  garantendo  così  il  rapido  funzionamento
             dell’Arma nella Capitale con le risorse disponibili in quel momento.
                  Resta l’episodio del generale Cerica. Sottolinea correttamente Tamassia
             che creò tensione tra i Carabinieri. Non fu solo il generale dell’Esercito a ripor-
             tare la notizia.
                  Infatti, così scrive il generale Caruso al generale Piéche, Comandante del
             Comando Carabinieri dell’Italia Liberata, Il Comandante Generale [riferendosi a
             Cerica], dopo tanti mesi si è visto solo il mattino del 5 giugno 1944 alle ore 08:30, in S.
             Lorenzo in Lucina, dov’erano riuniti molti carabinieri del “Fronte Clandestino” (ch’egli ha

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