Page 49 - Numero Speciale 2024
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LA BANDA CARUSO E LA LIBERAZIONE DI ROMA




               sempre ignorato in questi duri nove mesi di passione) per dir loro che fin dalla sera precedente
               aveva riassunto il Comando Generale dell’Arma. Ero assente all’episodio, che mi è stato rife-
               rito da molti dei presenti .
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                    Dal duro tenore del testo è comprensibile lo stato d’animo di Caruso,
               campato alla morte in via Tasso dopo essere stato sottoposto a torture che gli
               avevano causato lesioni permanenti. Cerica si era nascosto in Abruzzo per non
               essere catturato dai tedeschi, ritenendo che potesse essere un bersaglio pregiato
               tenuto conto del ruolo avuto nella cattura e detenzione di Mussolini all’indo-
               mani della seduta del 25 luglio .
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                    Tuttavia resta la difficoltà di comprendere tale comportamento per chi era
               rimasto nella capitale e aveva sofferto anche fisicamente proprio come Caruso
               e che era stato informato del ritorno dell’ex comandante generale che intendeva
               ripresentarsi  per  riassumere  il  comando.  Com’è  noto,  con  la  Liberazione  di
               Roma il Comando Generale si spostò nella Capitale solo qualche tempo dopo
               a seguito della nomina del generale Taddeo Orlando a Comandante Generale e
               della fine del ruolo ricoperto dal generale Pièche che aveva retto il Comando
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               dell’Arma dei Carabinieri Reali dell’Italia Liberata .

               5.  Conclusioni
                    La caccia al Carabiniere rientrò tra gli interessi principali dei tedeschi ma
               soprattutto delle cosiddette polizie speciali .
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                    Caruso fu uno di questi, un bersaglio pregiato. Secondo il ricordo del bri-
               gadiere Angelo Ioppi che incontrò il generale in via Tasso: la sua opera compiuta
               con infaticabile tenacia in tutti i campi, nella distribuzione delle armi, nel sostentamento dei
               carabinieri fuggiaschi, nell’organizzazione di gruppi armati e di bande operanti in Roma e

               23   Lettera datata 21 giugno 1944 del Fronte Clandestino di Resistenza dei CC.RR. in Roma a
                    firma di Filippo Caruso, in Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito
                    (AUSSME), Fondo I-3, busta 150. L’episodio è riportato anche in Sabrina Sgueglia della
                    Marra, Montezemolo e il Fronte Militare Clandestino, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito - Ufficio
                    Storico, 2008, pp. 223-224.
               24   Secondo quanto riportato nella sua breve scheda biografica, “Riprese servizio dal 20 luglio
                    1944 a disposizione del Ministero della Guerra, per essere nominato Comandante Militare
                    territoriale di Bologna nel 1945”, https://www.carabinieri.it/chi-siamo/ieri/storia/i-coman-
                    danti-generali/i-cti-generali/gen-c-a-angelo-cerica, ultima consultazione 12 agosto 2024.
               25   Orlando fu nominato il 21 luglio 1944 e rimase in carica sino al 6 marzo dell’anno dopo,
                    https://www.carabinieri.it/chi-siamo/ieri/storia/i-comandanti-generali/i-cti-generali/gen-
                    c-a-taddeo-orlando, u. c. 12 agosto 2024. La carica attribuita al generale Piéche fu soppressa
                    il  20  luglio,  https://www.carabinieri.it/chi-siamo/ieri/storia/i-comandanti-generali/i-cti-
                    generali/gen-c-a-giuseppe-pieche, u.c. 12 agosto 2024.
               26   Mario Praz, La casa della vita, Milano, Mondadori, 1958, pp. 20, 133-4, riportato in Renato
                    Perrone Capano, La resistenza in Roma, 2 voll., Napoli, Gaetano Macchiaroli Editore, 1963, I
                    vol., p. 399.

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