Page 43 - Numero Speciale 2024
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LA BANDA CARUSO E LA LIBERAZIONE DI ROMA
deportazione e rimasero sbandati, malgrado le minacce di morte e la caccia spietata che dava-
no le polizie nazi-fasciste .
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L’esito del passaggio in clandestinità permise di avere su Roma una forza
di Carabinieri particolarmente robusta in caso di necessità e attivabile su richie-
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sta delle Potenze Alleate .
Il comandante del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri era
ancora il generale Filippo Caruso, affiancato da un capo di stato maggiore, capi-
tano Pietro Manconi, già sottocapo poi infortunatosi l’8 febbraio. Le sue fun-
zioni furono assolte dal capitano Giorgio Geniola.
Il FCRC era poi organizzato su due raggruppamenti.
Il raggruppamento territoriale, attribuito inizialmente a Giovanni
Frignani, fu comandato dal tenente colonnello Amilcare Patrignani.
Il raggruppamento aveva alle sue dipendenze un gruppo territoriale ini-
zialmente comandato dal capitano Aversa poi sostituito, poco dopo il suo arre-
sto, dallo stesso Geniola che ricopriva anche le funzioni di sottocapo di stato
maggiore del Fronte .
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La struttura prevedeva sei nuclei, parificabili al livello di tenenze/compa-
gnie territoriali, con alle dipendenze cinquanta squadre complessivamente.
L’organizzazione era eminentemente territoriale e dunque i nuclei ricalcavano la
struttura dell’Arma all’interno della Capitale prima del 7 ottobre 1943. I nuclei
erano denominati San Lorenzo in Lucina, Viminale, Piazza Bologna, Viale
Mazzini, Trastevere e Ostiense. Ciascun nucleo era comandato da un ufficiale o
sottufficiale di provata esperienza. Inoltre, il gruppo territoriale aveva anche a
disposizione un nucleo informativo per attività di raccolta informazioni.
Il raggruppamento mobile dal canto suo non subì le perdite così importan-
ti dell’altra unità, seppure alcuni suoi uomini furono catturati e uccisi. Esso con-
tinuò ad essere gestito dal tenente colonnello Bruto Bixio Bersanetti, alle cui
dipendenze si trovava un gruppo mobile retto dal capitano Carmelo Blundo.
In questo caso vi erano sedici nuclei per complessive novanta squadre che
portavano ciascuno il nome del proprio comandante. Tra i componenti di tale
raggruppamento furono arrestati il sottotenente Luigi Renzo il 10 aprile 1944
6 Filippo Caruso, L’Arma dei Carabinieri in Roma durante l’occupazione tedesca (8 settembre 1943 - 4
giugno 1944), 2 ed., Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1949, p. 10. Si rinvia anche alla
a
comunicazione presentata dallo scrivente il 4 aprile 2024 al workshop, Un laboratorio politico:
Roma, la S. Sede e l’Italia (1943-1944), realizzato dal professor Andrea Ciampani della LUMSA
insieme ad altri studiosi.
7 Anna Maria Casavola, 7 ottobre 1943. La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti,
Roma, Edizioni Studium, pp. 7-14 e pp. 20-28.
8 Fronte Clandestino di Resistenza di Roma e suo territorio. Organizzazione dei carabinieri
Reali - Ufficio Stralcio, L’Arma cit., p. 61.
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