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I CARABINIERI DEL 1944 - LE RESISTENZE AL REGIME COLLABORAZIONISTA



                  Certamente  il  quadro  offerto  dagli  articoli  del  maresciallo  maggiore
             Vincenzo  Longobardi  per  la  Liguria,  dell’avvocato  Sergio  Favretto  per  il
             Piemonte e l’analisi dei dati a cura del maggiore Ferdinando Angeletti fornisco-
             no  un  bel  quadro  d’insieme  sul  comportamento  dei  militari  dell’Arma  nel
             Nord-Ovest. Le provincie italiane del Nord-Est sono presenti in queste pagine
             con Il Friuli Venezia Giulia dei Carabinieri del battaglione triestino a firma del
             Professor Enrico Cernigoi e l’eccidio di Malga Bala del marzo 1944 curato dal
             generale di brigata Alessandro Della Nebbia. Le vicende dei Carabinieri in ser-
             vizio nella provincia di Trento pure chiariscono la complessità del periodo.
                  Durante il 1944, vi furono diversi momenti particolarmente drammatici
             per i Carabinieri che costituirono la molla finale per dichiarare apertamente la
             propria fede di Libertà: il 9 febbraio 1944, ad esempio, rappresenta uno di quei
             momenti, quando i Carabinieri furono chiamati a giurare fedeltà alla RSI, apren-
             do un varco nella coscienza di tanti militari dell’Arma che si riconoscevano nel
             giuramento “per il bene inseparabile del re e della Patria”. Quella data fece
             vacillare un certo numero di uomini con gli alamari, mentre altri accettarono il
             giuramento  dopo  aver  avuto  rassicurazioni  dai  Comitati  di  Liberazione
             Nazionali o dai propri comandanti che garantivano la nullità di un atto del gene-
             re. Un secondo momento di crisi giunse nel mese di maggio quando fu chiesto
             ai Carabinieri di eliminare tutti i simboli e i distintivi che li distinguevano e ai
             quali erano fortemente attaccati per indossare nuovi fregi che cancellavano la
             storia dell’Arma. In più, horribili dictu, fu imposto di indossare la camicia nera,
             come spiega il generale Pezzolet nel suo contributo in appendice. Quest’ultimo
             aspetto forse fu piuttosto drammatico per i Carabinieri presenti nelle stazioni,
             sempre di meno, che nella quasi totalità rifiutarono l’imposizione, raggiungendo
             i  nuclei  partigiani  o  intestardendosi  a  mantenere  sull’uniforme  i  simboli
             dell’Arma.
                  Infine, la notte tra il 4 e il 5 agosto 1944, gli ultimi militari con gli alamari
             rimasti in servizio nella Guardia Nazionale Repubblicana furono fatti concen-
             trare nelle caserme più grandi dei principali centri urbani e quindi catturati con
             uno stratagemma dai tedeschi. Così, senza neppure avvertire i superiori della
             GNR e gli organi politici dell’effimera repubblica, gli ultimi Carabinieri furono
             fatti salire sui treni merci per avviarsi all’internamento. Erano gli ultimi con la
             fiamma  dell’Arma  quegli  uomini  dal  lungo  elenco  iniziatosi  a  compilare  sin
             dall’8 settembre 1943.
                  I pochi che riuscirono a sottrarsi a quest’ultima vessazione rappresentaro-
             no  l’ultima  iniezione  di  Carabinieri  nella  Resistenza  come  dimostrarono  il
             tenente Luigi Giarnieri con i suoi uomini sul Grappa.

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