Page 13 - Numero Speciale 2024-2
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INTRODUZIONE




                    Le vicende della soppressione emergono anche in altri testi; si pensi ad
               esempio all’omicidio a sangue freddo del giovane sottotenente dei Carabinieri
               Vittorio Caroncini e alle vicende degli ufficiali rimasti nel pavese.
                    La Repubblica Sociale Italiana e i nazisti fecero sì partire i tristemente
               famosi vagoni piombati che portavano alla morte ebrei. Ma non solo. Tanti
               Carabinieri furono catturati, privati della libertà personale, torturati, uccisi o
               anche solo deportati come oppositori politici, non solo come militari di una
               entità effimera, la RSI, che si privava di suoi sudditi per inviarli e farli inviare in
               campi di concentramento o di internamento.
                    La Resistenza dei Carabinieri nei territori sotto il controllo formale del-
               l’entità  statuale  fu  condotta  in  modi  differenti:  principalmente,  i  Carabinieri
               rimasero al proprio posto come è stato ricordato; si pensi al comportamento
               dei  Carabinieri  della  Stazione  di  Fiesole,  ricostruito  dal  professor  Jonathan
               Nelson,  al  comandante  di  quella  di  Forno,  il  maresciallo  d’alloggio  Ciro
               Siciliano,  con  le  parole  dell’appuntato  scelto  QS  Paolo  Giovan-Battista
               Pieraccini, al parigrado di Bellaria, Osman Carugno, che salvò tante persone di
               fede diversa, seguendo la sua coscienza e il suo senso del dovere, come racconta
               con grande puntualità e precisione il dottor Sergio Bucci. Alcuni, inizialmente,
               abbracciarono il movimento resistenziale passando subito in clandestinità, altri
               rimasti in servizio li fiancheggiarono, come pure supportarono le formazioni di
               patrioti senza distinzione politica, continuando a garantire quel minimo di sicu-
               rezza pubblica che la situazione contingente consentiva a favore delle cittadine
               e dei cittadini. Emergono in questo senso il comportamento del carabiniere
               Vittorio Tassi e di tanti altri militari dell’Arma nel senese. All’avvicinarsi del
               Fronte  o  in  prossimità  di  eventi  particolarmente  drammatici,  si  sbandarono
               passando in forza effettiva alle formazioni partigiane con le quali avevano pre-
               cedentemente collaborato o raggiungendo le proprie abitazioni ove possibile.
               La partecipazione attiva dei Carabinieri ai combattimenti è un tema analizzato
               dall’appuntato scelto QS Enrico Cursi a proposito di Firenze.
                    Ancora il nostro Presidente della Repubblica: “Un’estate, un autunno, di
               attesa ansiosa e, insieme, di intensa preparazione di una nuova Italia, dopo gli
               anni bui del fascismo […] Nella opinione pubblica dopo l’8 settembre del 1943,
               era presente anche “l’attendismo”, la convinzione che fosse meglio non esporsi
               alle rappresaglie nazifasciste e attendere che gli Alleati risalissero la penisola.
               Questo atteggiamento non teneva in conto le sofferenze imposte alle popola-
               zioni, quelle sofferenze gravi, imposte dalle forze occupanti, i soprusi, le depor-
               tazioni. A levarsi furono i Resistenti, obbedendo all’ammonimento di Giuseppe
               Mazzini: “più che la servitù temo la libertà recata in dono da altri”.


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