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L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO NELLA TUTELA DEI MINORI




                    Un esempio è quello delle cosiddette challange, ossia delle sfide diffuse via
               social network soprattutto per minori, il cui giudizio sui propri limiti fisici ed emo-
               tivi può non essere pieno e consapevole. Le challange sovente partono da utenti
               del tutto inconsapevoli della portata della sfida lanciata e della sua virale diffu-
               sione anche tra utenti più fragili. Occorre, quindi, che si appronti un sistema di
               controlli per cercare di prevenire o almeno limitare il più possibile la derivazio-
               ne pericolosa che possono assumere tali sfide e per cercare di rendere gli utenti
               pienamente consapevoli della portata di tali sfide.
                    Di recente l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è occu-
               pata della challange della cosiddetta cicatrice francese  - ossia il procurarsi un
                                                                   23
               segno rosso sullo zigomo, evidente e duraturo, come se si trattasse di un’ampia
               cicatrice -, sanzionando il social network TikTok, molto diffuso tra i giovani e i
                                                                         24
               giovanissimi, per violazione della normativa consumeristica , ritenendo sussi-
               stente una responsabilità del professionista in relazione alla presenza sulla piat-
               taforma TikTok di contenuti suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica
               degli utenti - quali quelli relativi alla menzionata challenge “cicatrice francese” (o
               french scar) - e ritenendo insufficienti gli accorgimenti adottati per evitarne la dif-
               fusione. A ciò si è aggiunta la contestazione circa la proposizione reiterata agli
               utenti di tali contenuti attraverso “sistemi di raccomandazione”, suscettibili di
               condizionare  le  scelte  dei  consumatori,  specie  di  quelli  più  vulnerabili.
               L’Autorità  ha  così  vietato  la  reiterazione  delle  condotte  e  ha  condannato
               TikTok al pagamento di dieci milioni di euro di sanzione pecuniaria.
                    Nello specifico, la condotta più rilevante - per quel che interessa in questa
               sede - è rappresentata per l’appunto dalla presenza di contenuti pericolosi su
               TikTok e dalle insufficienti iniziative assunte rispetto ai video relativi alla cica-
               trice francese e alla riproposizione di tali contenuti tramite il “sistema di racco-
               mandazione” (peraltro basato su una profilazione algoritmica non adeguata-
               mente comprensibile per l’utenza).
                    Occorre chiedersi innanzitutto se la condotta del professionista in que-
               stione possa definirsi una “pratica commerciale” su cui può indagare l’AGCM,
               e la risposta non può che essere positiva. Il tempo speso dal singolo utente sulla
               piattaforma implica un aumento dei ricavi per la piattaforma stessa in quanto
               gli introiti derivano dalla raccolta pubblicitaria e dipendono dalle visualizzazioni
               degli utenti e dalle loro interazioni. In particolare, i ricavi derivanti dalla pubbli-
               cità crescono con il numero di “impressioni” (apparizioni sullo schermo), di

               23   PS/12543, provv. n. 31124 del 5 marzo 2024, in Boll. 11/2024.
               24   Nello specifico, TikTok è stata sanzionata per la violazione degli artt. 20, comma 2 e 3, 21,
                    comma 2, lett. b), 21, comma 4, e 25 comma 1, lett. c), cod. cons.

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