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LINGUAGGIO VIOLENTO E PAROLE D’ODIO




               individui che vivono per commentare, postare, offendere e denigrare le perso-
               ne. È importante tenere a mente che nella quotidianità bisogna fare i conti con
               il  contesto  sociale  mediatico  in  cui  viviamo.  Gli  aspetti  dell’online  e  offline
               devono essere molto chiari nella mente delle persone, le quali devono capire
               velocemente quanto un’azione o una parola carica d’odio possa tranquillamente
               viaggiare da una parte all’altra senza un termine.
                    La realtà virtuale sembra apparentemente così sconnessa dalla realtà, tut-
               tavia essa risulta magicamente connessa in tutta quella parte comunicativa che
               viene costantemente dichiarata in entrambi i luoghi.
                    Un aspetto di cui tenere conto è la memoria della rete che rende fruibile
               in ogni momento informazioni anche sgradevoli, con notevole velocità di col-
               legamento tra passato e presente.
                    La memoria è un aspetto importante perché incide non solamente sulle
               parole d’odio esternate nella realtà o nella virtualità, ma perché esse assumono
               anche un potere forte e interminabile in quanto rimangono impresse nei canali
               percettivi della persona, portandola a ricordare e quindi a riutilizzare tale meto-
               dologia comunicativa. I canali della memoria sono talmente potenti da condi-
               zionare l’espressività comunicativa e quindi anche l’utilizzo di un linguaggio
               odioso e carico di disprezzo.
                    Le persone, attraverso la memoria di ciò che hanno commesso utilizzando
               un linguaggio violento e ricordando l’emozione che hanno provato, sono ricon-
               dotte a una nuova azione in quanto convinti di ottenere ulteriore importanza o
               approvazione.
                    All’interno di questo quadro si evince come le parole odiose si susseguono
               quasi finissero per diventare un mantra andando così a normalizzare un atteg-
               giamento che di per sé è tutt’altro che educativo e normale.
                    La realtà virtuale ha sviluppato nel tempo una comunicazione incentrata
               sulla discussione spesso non costruttiva, creando un continuo incontro e scon-
               tro tra le diversità non solo di idee ma anche di azioni, spingendo sempre di più
               gli individui ad utilizzare una comunicazione deviata e arrogante, fino ad arri-
               vare al deragliamento dal binario comunicativo considerato sano e rispettoso.
                    I contenuti pubblicati in rete possono essere messi in circolazione da sva-
               riate persone, non sempre conosciute dalla vittima. Ci sono contenuti che ven-
               gono fatti circolare da persone che si fingono fonti affidabili e che si legittima-
               no a utilizzare non solo informazioni false ma anche parole di odio e cattiveria.
                    Altri generi di contenuto sono quelli che vengono classificati come falsi o
               inventati per ingannare e fuorviare le persone, per rendere un individuo fuori
               luogo e svalutarlo a tal punto da venire espulso dalla comunità virtuale.


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