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INSERTO
Nel web anche la politica produce effetti ridondanti e spesso violenti, ora-
torie interminabili che si trasformano quasi sempre in atti contenenti giudizi,
violenza e incitamento a sopprimere il rivale, considerato nemico e quindi meri-
tevole di disprezzo.
La politica è proprio uno dei primi canali a essere cambiato e ad aver subi-
to trasformazioni non certamente di esempio educativo, basti pensare alle
espressioni utilizzate nelle varie campagne elettorali in Italia e all’estero.
Un altro aspetto è quello “delle parole estreme oltre che vettrici del discor-
so pubblico, abbinate a un hashtag diventano preziose chiavi di ricerca che per
i leader diventa conveniente monopolizzare” . La comunicazione quindi si
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avvelena assumendo sempre di più un’enfasi nevrotica e arrogante, una comu-
nicazione malata, dove il linguaggio produce effetti diretti che vanno a impat-
tare sulla società, stabilendo espressioni violente che prendono così sempre più
spazio.
È indubbio che la tecnologia abbia migliorato la possibilità comunicativa
consegnandoci strumenti all’avanguardia per velocizzare la trasmissione e
ampliare la platea di riceventi. Questo ha portato enormi passi avanti in molti
settori, ma è altrettanto vero che ha fatto emergere la problematicità della
gestione della stessa evidenziato spesso l’incapacità di un utilizzo sano e
costruttivo del digitale.
Ecco che la gestione dell’informazione nei canali di entrata e uscita risulta
tutt’ora complessa, proprio per la difficoltà nel suo utilizzo, ma prima ancora
per l’impatto problematico riguardante l’uso sconsiderato di terminologie che
spesso si traducono in pensieri arroganti, abusanti e violenti.
All’interno dei social la comunicazione diventa veloce e incontrollabile: un
contenuto o un’espressione si diffondono in maniera massiccia e possono
diventare in poco tempo virali.
Il dialogo in rete spesso è un dialogo frammentato e discontinuo, ma tal-
mente presente da creare nel soggetto ricevente una continua aspettativa di
risposta che si traduce spesso in ansia e talvolta in paura.
Inoltre, in rete spesso si insidiano quelli che vengono definiti amici sco-
modi, persone che riescono in maniera sistematica a utilizzare commenti imba-
razzanti, arroganti, scurrili e rabbiosi, spesso fuori luogo. Ci sono anche quelli
che vengono definiti i commentatori compulsivi, persone che non leggono ciò
che viene pubblicato, ma nonostante ciò non riescono a contenere il desiderio
di commentare senza creare danno con offese alle persone. Questi sono
entrambi esempi per far comprendere quanto in rete navighino costantemente
4 Bassetti, 2021, p. 236.
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